Kechiche: spero che l’Italia non censuri il film


“Tutti i film presentati in Concorso avevano buone ragioni per essere segnalati e come capita sempre il dispiacere per alcune esclusioni c’è. Ma non è il caso di pensare al passato, adesso il verdetto è questo e sono contento che in molti casi in nostri pareri fossero all’unisono”, così Steven Spielberg che ha guidato la giuria del Festival di Cannes. Quanto al film vincitore della Palma d’Oro, La vie d’Adele di Abdellatif Kechiche, per Spielberg “è proprio una storia di spessore universale, il cui tema è certamente recitato dalle due attrici con la stessa naturalezza che avrebbero nella vita e filmato con molto coraggio e bravura. Gli auguro sinceramente di avere successo anche in America”.

 

Al presidente della giuria risponde indirettamente, come scrive l’Ansa, il premiato Abdellatif Kechiche che sottolinea come “oggi tutti noi abbiamo un ritardo oggettivo rispetto ai giovani di questa generazione. Se non sappiamo colmare questo ritardo abbiamo almeno il dovere di capirlo. Porterò con orgoglio il film dovunque possa essere visto e mi batterò perché arrivi anche in Tunisia, dove ci sono le mie radici. Ma certo esistono molte culture in cui ciò che mostra il film può venire offuscato da pregiudizi, censure, sensibilità diverse. Non penso solo a Paesi lontani, ma per esempio all’Italia dove esiste la censura e io spero davvero che ci sia ovunque il coraggio di guardarlo come una storia d’amore senza etichette”.

 

E il giurato Christian Mungiu, regista romeno, spiega che “sono verdetti puramente cinematografici i nostri, perché non abbiamo guardato tanto ai contenuti all’importanza politica o ai messaggi ma soprattutto alle emozioni e al modo in cui i film erano fatti. Siamo prima di tutto gente di cinema e questo era il nostro compito”.

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