VENEZIA – Tra le proiezioni speciali Fuori Concorso, Omelia contadina, “un’azione cinematografica”, così la definiscono, realizzata dall’artista francese JR insieme ad Alice Rohrwacher, con protagonisti i veri contadini dell’altopiano dell’Alfina, sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, che si riuniscono per mettere in scena il funerale dell’agricoltura contadina. Un’azione che non vuole essere una vera onoranza funebre, ma piuttosto una risposta per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria, quella contadina, che Alice Rohrwacher, figlia di un apicoltore, conosce bene da vicino: “Omelia contadina è un funerale ma è pieno di vita – sottolinea la regista – perché tutte le persone che hanno partecipato sono vive e in lotta, e ci sembrava importante dar voce alla loro testimonianza. Un funerale, ma anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno ci tengono in vita, producendo il nostro cibo”. Tant’è che durante l’omelia viene pronunciata la frase “Ci avete seppellito ma non lo sapevate che eravamo semi”: un’affermazione piena di speranza in risposta ad una situazione drammatica, la distruzione del paesaggio agrario, violato dal proliferare di monoculture intensive che stanno plasmando interi territori.
Rispetto alla scelta inusuale di definizione per quest’opera breve: “Abbiamo lavorato insieme in questo piccolo film, che non sapevamo come chiamare, perché non è né un film né un’opera d’arte. Non rientra in nessuna delle due categorie da cui noi proveniamo – continua Rohrwacher – e abbiamo deciso di chiamarla ‘azione cinematografica’. In questo mondo contemporaneo che usa le immagini, avevamo bisogno di un’immagine che potesse comunicare a tutti l’urgenza che c’è dietro, per aiutare e supportare questa lotta di cui questa comunità di agricoltori è portatore.
Tra i testi letti, giungono forti le parole di Pier Paolo Pasolini: “In ogni funerale c’è una lettura generalmente tratta da un testo sacro, e il nostro sacro era in quel momento Pasolini – sottolineano i due autori – Volevamo leggere un testo, come si fa in quel momento. L’azione, peraltro, è stata fatta il 2 novembre, era un giorno piovoso, ed avevamo dimenticato fosse la ricorrenza della morte di Pasolini. Ce ne siamo resi conto solo la sera, dopo aver girato tutto il giorno sotto la pioggia, realmente emozionati dalle sue parole. Ci siamo accorti della data ed è stato per noi come il segnale di una grande protezione”.
Rispetto alla circolazione dell’opera, l’idea è distribuirlo attraverso la rete dei cinema italiani, gratuitamente, ma anche di cercare accordi con le piattaforme di streaming e con il web, “perché vogliamo venga visto il più possibile. Verrà presentata anche alla Galleria Continua di San Gimignano dove di nuovo faremo la processione, il 26 settembre. La speranza è creare collaborazioni tra arte e cinema che possano portare avanti la lotta”.
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