Un pirata nella Città Eterna. Johnny Depp è arrivato ad Alice nella città, alla Festa del Cinema di Roma, preso d’assalto fin dall’aeroporto da fan di ogni età, con prevalenza i giovani cresciuti con Jack Sparrow e I pirati dei Caraibi. Si è fatto perdonare il cospicuo ritardo con cui è arrivato all’Auditorium Parco della Musica, dovuto all’entusiasmo davvero travolgente degli appassionati che l’hanno impegnato per decine di minuti, fuori dal suo hotel come sul tappeto rosso, con foto ricordo, autografi e mille sorrisi generosi. Si è fatto perdonare con la sua umiltà e delle gag, nel corso dell’incontro con i giornalisti in Sala Sinopoli, degne dell’umorismo slapstick del suo personaggio amato dai più piccoli.
Un bagno di folla che ha confermato, se ce n’era bisogno, come rimanga una delle star più amate nel nostro paese, nonostante le polemiche e le accuse che l’hanno visto protagonista negli ultimi mesi. Depp ha parlato del suo ultimo progetto, in cui è impegnato come doppiatore in una web serie animata breve, dieci episodi da cinque minuti, adatti per i bambini. Puffins è incentrata sulle avventure vissute da Johnny Puff e dal suo gruppo di amici, Tic e Tac, Didi e Pie, che vivono con la loro tribù nella grande e tecnologica Tana di Otto, tricheco, abile ingegnere e collezionista. È uno spin-off di un film d’animazione, Artic – Un’avventura glaciale, successo in tutto il mondo prodotto dall’italianissima Iervolino & Lady Bacardi Entertainment.
Introdotto dal produttore, Johnny Depp si è subito schermito per i tanti complimenti, tenendo a precisare come la cosa di cui sia più fiero sono i suoi figli, raccontando come è stato coinvolto nella serie. “Quando sono stato avvicinato con questo progetto, abbiamo avuto una conversazione e mi sono documentato su come avrei potuto prepararmi. Ho letto molti libri di Desmond Morris, e fatto ricerche interessanti su quali fossero i suoni ai quali reagiscono generalmente i bambini molto piccoli. Qualcosa che andasse al di là della reazione quando gli facciamo le facce buffe, un’analisi più accurata dal punto di vista scientifico. Mi sono preparato, e hanno avuto la pazienza di mescolare questo linguaggio da me creato con i versi veri degli animali, quelli che emettono gli uccelli protagonisti della serie, le pulcinelle di mare”.
Un attore, Johnny Depp, che continua a conquistare i giovani e i giovanissimi, oltre ai più adulti che lo amano fin dai tempi dei primi film, come Edward mani di forbice o Ed Wood. “Non so perché – ha dichiarato il grande protagonista della giornata – In quello che è, o forse era, il mio lavoro come attore, ho sempre cercato di accettare nuove sfide, personaggi che mi mettessero alla prova. In alcuni casi, non all’inizio, hanno anche ottenuto un certo successo. Mi ricordo che da bambino seguivo la domenica pomeriggio un programma di marionette, in un canale che mandava in onda anche molti film muti. Ho quindi avuto la possibilità fin da piccolo di apprezzare i maestri di quest’arte, come Buster Keaton o Charlie Chaplin. Ho capito come il muto sia veramente una grande sfida, perché non ti dà il lusso di esprimerti con i dialoghi, qualunque sia il sottotesto. È particolarmente complesso, visto che quelle parole le hai dentro ma devi essere capace di esprimerle con gli occhi. Ho accettato la sfida di Jack Sparrow e I pirati dei Caraibi perché volevo infiltrarmi in territorio nemico. Ho cercato di ampliare i limiti del personaggio, rendendolo adatto a mia figlia, che all’epoca aveva 3 anni, come a un anziano di 90. Proprio come in un cartone animato, in cui accettiamo che Willy il Coyote si prenda un masso in testa senza subire altri danni che un cerotto. Per farlo, mi sono rifiutato di accettare ogni cambiamento al personaggio che i produttori volevano impormi. Con Johnny Puff ho cercato di capire come far ridere i bambini”.
Una carriera lunga, con qualche difficoltà negli ultimi tempi, dovuta alla controversia legata alla causa di divorzio con Amber Heard, come conferma la sostituzione nella saga di Animali fantastici. “Sono di quelli mai soddisfatti di quello che hanno fatto, anche perché altrimenti poi ti adagi e non hai più voglia di spingerti oltre, di osare qualcosa di diverso. Continuo a fare quello che mi piace fare, spero di fare altri film con Andrea Iervolino e Monika Bacardi. Sono contento di essere fuori dal tritacarne di un’industria che ripropone degli schemi preconfezionati, poco interessanti. A me piace fare dei film particolari, che riescano a esprimere qualcosa, al di là dei nomi coinvolti. Magari una cosa girata con una ragazza e un telefonino. Hollywood è solo un posto dove andare in vacanza, preferisco lavorare in altre direzioni. Altrimenti tanto vale sedermi in qualche paradiso esotico e sudare”.
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