Un film storico dal cuore classico, ma con una grande attenzione all’estetica. L’uomo dal cuore di ferro di Cédric Jimenez, in sala dal 24 gennaio con Videa – adattamento cinematografico del romanzo di Laurent Binet, HHhH – Il cervello di Himmler si chiama Heydrich’ (Einaudi) – è incentrato sull’Operazione Anthropoid, che portò all’assassinio del leader nazista Reinhard Heydrich (Jason Clarke) e racconta l’ascesa di quello che fu uno dei più potenti gerarchi del regime nazista, ex ufficiale di marina e principale artefice e teorico di quella “soluzione finale” che aprì le porte ai campi di sterminio. Da una parte dunque lui, il coriaceo Heydrich, e sua moglie Lina (Rosamund Pike), che lo introdusse all’ideologia nazista e gli fu sempre accanto negli anni della sua ascesa fino alla caduta e, dall’altra parte, un piccolo gruppo di combattenti della Resistenza ceca in esilio, addestrati dagli inglesi e guidati dal governo cecoslovacco, che tentò di fermare quello che allora veniva definito “l’inarrestabile”. Heydrich in realtà fu ferito a morte durante un’azione dei paracadutisti capitanata da Jan Kubis (Jack O’Connell) e Jozef Gabcik (Jack Reynor) mentre stava attraversando Praga sulla sua auto. Soprannominato ‘il macellaio di Praga’, fu il primo alto ufficiale nazista ad essere ucciso durante la seconda guerra mondiale, anticipando la disfatta di Hitler. “La mia ambizione – spiega il regista e produttore francese Cèdric Jimenez – era quella di coinvolgere completamente lo spettatore immergendolo nella scena in modo da trasmettere l’importanza, l’urgenza e la determinazione che i veri protagonisti dovevano provare per compiere quell’estremo atto di coraggio”.
Dopo l'anteprima come apertura di Orizzonti, il film uscirà al cinema il 27 marzo. Nel cast oltre allo stesso Mastandrea, troviamo Dolores Fonzi e Lino Musella
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