“Ultimamente si parla molto di identità di festival, noi del Noir siamo felicemente fuori da questo dibattito. Il nostro unico problema è reinventarci per non essere troppo fedeli all’immagine, bellissima ma un po’ retrò, del noir classico”. Esordisce con una battuta sulle recenti polemiche festivaliere capitoline Giorgio Gosetti, direttore con Marina Fabbri del Noir in Festival di Courmayeur, la cui 22/a edizione è in programma dal 10 al 16 dicembre prossimi, e di cui CinecittàNews è media partner.
Con una bella sorpresa, cioè la presenza in forze del cinema di genere italiano, a partire dal concorso, che conta ben tre titoli nostrani. Si tratta di Tulpa di Federico Zampaglione, reduce con la compagna Claudia Gerini (protagonista del film) dai successi a Londra; di Breve storia di lunghi tradimenti, bank thriller di Davide Marengo girato tra Italia e Sud America con Guido Caprino, Carolina Crescentini e Maya Sansa e di L’innocenza di Clara con Chiara Conti, noir classico che Toni D’Angelo ha tratto da un fatto cronaca e che sarà in sala il 13 dicembre distribuito da Luce Cinecittà . Ai 3 italiani su 10 in competizione, si aggiunge poi, fuori concorso, un altro film che batte bandiera tricolore, con Cose cattive, opera prima Simone Gandolfo, un lavoro low budget con Marta Gastini (Dracula 3D) che è anche l’esordio nella produzione di Luca Argentero e della moglie Myriam Catania, focalizzato “sulla generazione dei trentenni che vive una discrasia tra realtà vera e realtà virtuale della rete”.
Sul grande schermo del PalaNoir scorreranno poi le variazioni di genere proposte da Hitchcock, film d’apertura di Sacha Gervasi con Helen Mirren, Scarlett Johansson e Anthony Hopkins sulle ossessioni del maestro del giallo, lo zombie movie cubano Juan dei morti, i francesi Luca Belvaux (38 Témoins) e Jerome Cornuau (La Traversée), Lasse Hallstrom con The Hypnotist, Grupo 7 di Alberto Rodriguez, Berberian Sound Studio di Peter Strickland e Turisti di Ben Wheatley, “il film più spiazzante e divertente del concorso”. In chiusura arriva poi The Company You Keep di Robert Redford, passato alla Mostra di Venezia.
Come sempre, all’ombra del Monte Bianco si incroceranno poi percorsi cinematografici e letterari, con la presenza prestigiosa di Don Winslow, Raymond Chandler Award di quest’anno e di recente ispiratore del film di Oliver Stone Le belve, e di autori di genere come Elmer Mendoza, Evan Wright e Roberto Costantini, che presenta Alle radici del male dopo il successo del primo romanzo Tu sei il male.
Al centro di questa settimana in noir ci sarà, però, soprattutto una parola, anzi un numero chiave: 1992, cioè l’anno delle stragi di mafia. Nel 20ennale da quei tragici avvenimenti il festival rifletterà sul tema Noi(r) e le mafie, facendo intervenire lo stesso Don Winslow, ma anche il procuratore Pietro Grasso, Andrea Purgatori e Pif, che esordisce alla regia con un film ambientato a Palermo nel ventennio più sanguinoso della criminalità organizzata. Non a caso, il manifesto di quest’anno è una fotografia di Letizia Battaglia che ritrae la vedova Schifani nel giorno del funerale del marito. Non mancherà poi la tv, con il caso Profiling, serie francese che sta eguagliando i successi Usa, e Jo Le Grand, esordio di Jean Reno sul piccolo schermo. Oltre al consueto MiniNoir, che ospita tra gli altri, Le avventure di fiocco di neve.
Istituto Luce Cinecittà sarà al 22° Noir, oltre che con il film L’innocenza di Clara, anche con l’incontro sul cinema italiano Vedo nero, osservatorio permanente per incentivare la produzione cinematografica di genere. “Ma quest’anno, sorprendentemente, abbiamo contato ben 70 titoli nostrani tra quelli pronti e in produzione”, dice Gosetti. L’appuntamento è il 12 dicembre con il dibattito dal titolo Riscossa del cinema italiano.
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