Italia da Oscar


“Sono italiano e sono molto orgoglioso delle mie radici”. Così dichiara Michael Giacchino, subito dopo avere vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora per il film d’animazione Up, esprimendo il suo orgoglio ai media internazionali.
“Non è un segreto che gli italiani oltre a fare il miglior cibo del mondo hanno anche composto alcuni dei più bei brani musicali mai creati: basta pensare a Rossini”, ha aggiunto il musicista, nato nel New Jersey ma dall’anno scorso cittadino italiano a tutti gli effetti.

“La bellezza emana in modo naturale dall’Italia – aggiunge nella sala delle interviste stringendo in pugno la preziosa statuetta – Sono veramente orgoglioso di appartenere all’Italia e di avere in questo paese le mie radici e la mia famiglia”. I nonni di Giacchino sono originari dell’Abruzzo (da parte materna) e della Sicilia (da parte paterna).

“Quando ero piccolo – ricorda – i miei genitori mi hanno sempre sostenuto. Tutti intorno a me mi sostenevano dicendo che quello che sognavo non era una perdita di tempo”. “Molti ragazzi – ha concluso – non hanno lo stesso sostegno che ho avuto io. A loro dico: credeteci”.
“Ho ancora una grande quantità di cugini in Italia e per me è molto importante sapere da dove vengo”, conclude il compositore che era già stato candidato all’Oscar due anni fa per un altro film animato, Ratatouille.
In lizza per il premio quest’anno c’era anche un altro italiano, Marco Beltrami per la colonna sonora di The Hurt Locker, che ha vinto 6 premi Oscar, tra cui il miglior film e la miglior regia, ma non quello per le musiche.

“L’avevo preparata quella frase: ci tenevo molto a dirla”, racconta invece all’Ansa l’altro italiano, premiato per la fotografia di Avatar. È Mauro Fiore che, salito sul palco per ricevere il primo Oscar della sua carriera, aveva esclamato nella lingua di Dante “Un gran saluto all’Italia. Viva l’Italia. Un grande abbraccio!”.

Nel suo discorso di ringraziamento, dal palco, aveva reso anche un sentito omaggio ai suoi: “ai miei genitori Lorenzo e Romilda, che sono arrivati in America con quattro valigie e un sogno”.
Sceso dal palco Fiore ha detto di avere dedicato la frase in italiano “in particolare ai miei familiari e agli amici che hanno seguito sicuramente la cerimonia dal paesino di Marzi, in Calabria, dove sono nato”.

 

E in effetti l’hanno seguita, nonostante la nevicata che ha rischiato di far saltare la diretta televisiva che il sindaco Rodolfo Aiello aveva organizzato con tutta la comunità, a cominciare dai genitori di Fiore e dalla sorella, Mariuccia.

Ma al momento opportuno, la diretta è ripresa e a Marzi è scoppiato l’entusiasmo.

 

Su Avatar, Fiore dice: “È ancora difficile prevedere l’impatto che l’evoluzione tecnologica del 3D avrà sulla mia professione, ma certo i riflessi del progresso impresso da Cameron a tutto il mondo del cinema si faranno sentire”.

autore
08 Marzo 2010

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