Non ci sarà neppure un’opera prima italiana quest’anno a Venezia: né in concorso, né in Orizzonti e neppure nei Venice Days. Lo rivelano i selezionatori della Settimana della Critica, che hanno scelto di inserire invece come evento speciale La rieducazione, girato in digitale da un collettivo di quasi trentenni della provincia di Roma riuniti sotto l’etichetta Amanda Flor. Un’opera anomala, costata appena 500 €, interpretata da non professionisti, montata al computer di casa che racconta l’assenza di lavoro sperimentata da molti giovani. L’altro film nazionale che i critici (Massimo Causo, Adriano De Grandis, Marco Lombardi e Silvana Silvestri guidati dal delegato generale Francesco Di Pace) avrebbero voluto, L’aria salata, primo film narrativo del documentarista Alessandro Angelini, ha invece rinunciato un po’ all’ultimo momento alla SIC. “Prodotto da Bianca Film e Rai Cinema – ha spiegato Di Pace – non poteva contare su un’uscita a settembre con 01 Distribution e ha preferito quindi aspettare. È una scelta che non condividiamo affatto, ma tant’è”.
I critici, che non hanno sofferto in alcun modo la concorrenza della Festa di Roma, parlano di un nuovo cinema italiano che rischia l’asfissia: sopravvive chi riesce a fare da sé. A questa situazione fa da contraltare la vitalità degli esordi internazionali. Sono sette, come al solito, e comprendono due film dell’Est di autori usciti dalle prestigiose scuole di cinema a Praga e in Polonia con forti echi della Nouvelle Vague; un debutto argentino conteso dalla Mostra di Pesaro, che l’aveva scovato per prima a Mar del Plata, ma si è vista preferire la passerella veneziana; un film indipendente americano già premiato al Sundance, prodotto da Sting e da sua moglie Trudie Styler, interpretato da Robert Downey jr., Chazz Palminteri, Dianne Wiest, Rosario Dawson; la prima regia di un attore che fa parte del clan marsigliese di Guédiguian, Jean-Pierre Darroussin; una commedia noir canadese alla Jarmusch; un taiwanese condensato nella notte di capodanno. Concorreranno non solo al Leone del Futuro (dotato di 100mila €) ma anche ad un premio della Settimana della critica di 3.000 € assegnato quest’anno per la prima volta da una giuria di critici.
L’inaugurazione è invece affidata all’omaggio a Otto Preminger (1906-1986) che sarà ricordato con la proiezione della copia restaurata a cura della Sony Pictures di Bunny Lake is missing (1965), un thriller sul rapimento di una bambina americana a Londra, che sparisce (ma forse non è mai esistita) il primo giorno di scuola. Un film che Hollywood sta per rifare affidando il ruolo della giovane madre, ragazza instabile e forse mitomane, a Reese Witherspoon. La scomparsa, coniugata nelle sue forme angosciose o liberatorie, è del resto uno dei temi forti della selezione di quest’anno, resa possibile, come ha ricordato il presidente del SNCCI Bruno Torri, anche da sponsor privati tra cui la BNL.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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