Oltre ad avere un enorme talento, “Jennifer Lawrence secondo me ha ridefinito il concetto di femminilità moderna, un po’ come aveva fatto Marlon Brando con quella di mascolinità. Per la sua forza, la sua indipendenza, Jennifer mi fa pensare a mia madre, come anche il personaggio che interpreta nel film”, dice Isabella Rossellini a Roma per Joy, la nuova dramedy di David O. Russell in arrivo nelle sale il 28 gennaio con 20th Century Fox. Il film, per il quale la diva di Hunger Games ha appena vinto un Golden Globe e potrebbe tornare in corsa agli Oscar, è liberamente ispirato alla storia di Joy Mangano, mamma divorziata di Long Island che, inventando uno speciale ‘mocio’, il miracle mop, seguito da altre 100 creazioni proposte nelle televendite, si è costruita un piccolo impero. Isabella Rossellini interpreta Trudy, vedova italiana di un imprenditore e nuova compagna italiana del padre di Joy (Robert De Niro), che accetta di finanziare la ragazza.
“Mentre Joy è modernissima, lotta per un sogno forse oggi ancora in parte proibito alle donne, perché considerato poco femminile, quello di creare un’impresa, fare affari, oltretutto senza appoggiarsi a un ‘principe azzurro’, Trudy è all’opposto. Appartiene a una generazione precedente, non si è potuta permettere quel sogno, ma si è affidata alla tradizione di allora, realizzarsi in coppia, sposate, nella famiglia, al servizio di altri”. Isabella Rossellini ha amato da subito l’idea di un film così al femminile: “E’ ‘femminista’ nel senso migliore della parola – spiega – ed arriva in un momento in cui, anche ad Hollywood, si parla molto delle disparità di trattamento fra donne e uomini. Il mondo che ci circonda, nel quotidiano, continua a non renderci facile conciliare i figli, la famiglia e una carriera e spesso noi stesse ci facciamo troppi problemi, non siamo determinate quanto gli uomini nel far rispettare un diritto, come ad esempio ottenere lo stesso salario”. Un altro motivo che le ha fatto dire sì al progetto “è stata la possibilità di lavorare con Russell. Ho accettato ancora prima di leggere la sceneggiatura, anche perché David la consegna solo poco prima delle riprese – dice -. Lui adatta molto i personaggi sull’attore, il mio ad esempio all’inizio non era una donna italiana. Ci ha fatto provare molto insieme prima di girare per creare un senso di famiglia”. Il regista, inoltre, “ha un modo di stare sul set che mi ha ricordato mio padre e Fellini. Parla durante le scene, ti dà suggerimenti continui, ma riesce a farlo senza disturbare i dialoghi… è incredibile”. Per il film Isabella Rossellini ha anche rincontrato Robert De Niro, “era stato testimone al mio matrimonio con Martin Scorsese. Ci eravamo persi di vista ed ero un po’ intimidita, ma Bob, anche se non ama molto parlare, è di una straordinaria disponibilità, aiuta tutti, ci siamo trovati benissimo”.
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