Io, Lei & il Diavolo


Chi non si è mai trovato di fronte alla seccatura di avere un demone maligno che ti cammina per casa? Nessuno risponde all’appello? Strano, perché i protagonisti di Paranormal Activity, il “reality horror” che ha stregato Spielberg – ma sarebbe più corretto dire “posseduto” – lo fanno sembrare la cosa più normale del mondo, impiegando gran parte del film a bisticciare animatamente circa l’opportunità di chiamare un esorcista professionista piuttosto che risolvere il “problemino” in maniera autonoma, casereccia e decisamente più economica. Neanche si trattasse di una tegola fuori posto, una crepa nel muro, un nido di vespe o un’infestazione di fastidiose zanzare tigre.
“Caro, ricordati di fare la spesa e di buttare la spazzatura. Ah sì, e di comprare lo zampirone per il Demonio, che altrimenti stanotte ci sveglia”.
Naturalmente, lui s’ingelosisce: “Nessuno può entrare in casa mia e fare lo stronzo con la mia ragazza!”, dice al Satanasso invitandolo a mostrarsi per sistemare la faccenda da vero uomo, a suon di cazzotti. Farà una fine barbina, ovviamente meritatissima.

“Punzecchiato” sul plot dagli scafati giornalisti italiani – quelli americani ne sono rimasti entusiasti, e terrorizzati – il regista quarantenne Oren Peli si difende bene: “Ma è proprio quello che volevo fare – risponde prontamente – Non volevo che i miei personaggi sembrassero una di quelle coppie patinate dei film hollywoodiani. Sono una vera coppia, che all’inizio del film si vuole molto bene. Anche alla fine l’amore resta intatto, ma tutto quello che hanno passato li ha segnati profondamente, incidendo in maniera negativa sulla loro relazione. Ho fatto delle ricerche sui demoni e so che di solito prendono di mira una sola persona, che diventa man mano sempre più isolata e alienata perché i suoi familiari non le credono. Non è un horror classico a base di gore e splatter, è più un thriller psicologico”, che può essere letto anche come una metafora della crisi di coppia.

Il film è stato interamente girato con videocamera amatoriale, con un budget molto limitato e in casa del regista. L’idea, che si ispira chiaramente a The Blair Witch Project e alla sua “progenie” – da Cloverfield a Rec 2, passando per il romeriano Diary of the Dead – è di far sembrare il tutto un video casalingo, realizzato dai protagonisti stessi.
“Ma non l’abbiamo venduto come un documentario – specifica il produttore Steven Schneider – Non ne abbiamo negato la realtà ma nemmeno l’abbiamo rivendicata. Credo che il successo di questo tipo di pellicole stia più che altro nell’esecuzione di alto livello e nella performance degli attori, nel nostro caso estremamente bravi e ‘naturali’. Ciò che conta è che il pubblico riesca ad avere l’impressione che ciò che accade sia vero al momento della proiezione”.
“Non sono partito con l’idea di fare un horror – prosegue di nuovo il regista – L’idea di partenza nasce dalla domanda ‘Cosa accade mentre dormi?’ Chiaro che con un soggetto del genere non si fa una commedia, anche perché rimanda a una delle paure ancestrali dell’uomo. Ai tempi delle caverne, anche il guerriero più potente della tribù poteva essere aggredito da una tigre nel sonno, quando era indifeso, ed essere ucciso. Oggi abbiamo intorno la sicurezza delle nostre belle case, ma cosa succederebbe se scoprissimo che il pericolo si annida proprio lì, in casa nostra e che è invisibile, sconosciuto, che può attaccarci proprio mentre abbassiamo la guardia?”

Evidentemente, a spaventare gli americani ci vuole poco: una porta che si chiude da sola, qualche sussurro rantolato, una coperta che vola via, e il gioco è fatto. Di sangue in effetti non c’è gran traccia, e del “mostro” si intravede solo un’ombra e qualche impronta.
“I demoni assumono la forma che vogliono – specifica Peli – e io volevo usare le manifestazioni di questa entità senza dargli una foggia definita. Lui gioca con i miei protagonisti e dunque li inganna. Nessuno può dire come sia veramente fatto. Quel che posso dirvi, senza svelare troppi segreti, è che tutti gli effetti speciali sono ‘live’. Non c’è stata aggiunta di computer graphic. Semmai, l’ho usata per sottrarre, cancellando la crew e alcuni oggetti su schermo. L’unica cosa che è cambiata, dopo che Spielberg ha deciso di distribuirlo, è il finale – prosegue il regista – All’inizio mi aveva proposto di farne un remake con un budget più alto, ed io ero naturalmente felice, però non volevo rinunciare a distribuire in sala anche il film così com’era. Dopo aver fatto degli screening, che sono andati molto bene, lui si è convinto che la pellicola funzionava e che non c’era bisogno di rigirarla, ma ha voluto modificare gli ultimi due minuti. Il mio finale mi manca, forse aveva più senso nel contesto della storia, ma il suo dà un ‘colpo’ micidiale che fa davvero urlare e saltare sulla sedia il pubblico. Insomma, mi piacciono entrambi, per differenti ragioni”.
L’ending originale, mai pubblicato, può essere visionato solo su copie pirata del film – in tutta probabilità messe in circolazione dallo stesso Peli – mentre esiste anche una terza conclusione, usata nei “test”, che verrà inserita nell’edizione in DVD.

Durante l’incontro c’è spazio anche per le curiosità: Peli ha un passato da programmatore di videogiochi – ha collaborato, tra l’altro, alla trasposizione per PC del celebre e violentissimo Mortal Kombat 3 – e ammette che questo lo ha avvantaggiato: “Non è come fare un film, però aiuta. In questo caso avendo girato, montato e realizzato gli effetti da solo aver avuto a che fare in passato con programmi di animazione e colorazione mi ha dato una marcia in più”.
Qualcuno chiede al produttore come ci si sente ad aver guadagnato un sacco di soldi con un progetto che ne è costati solo 15.000, e soprattutto come si festeggia.
Lui risponde diplomaticamente: “È soprattutto una grossa soddisfazione personale. Ne sono entusiasta e orgoglioso, inoltre mi aiuterà presso la comunità per cui lavoro perché mi permetterà di fare altre cose che mi piacciono. Questo, almeno, finché non farò un film che andrà malissimo!”
“Comunque – scherza Peli facendogli eco – la mia casa è rimasta la stessa dove ho girato il film, solo molto più incasinata!”
I due restano invece assolutamente muti circa l’annunciato sequel, che avrebbe dovuto essere diretto da Kevin Greutert, regista di Saw VI, impossibilitato però a svolgere il compito a causa di precedenti obblighi contrattuali.
“La nostra politica è di non parlare di progetti futuri, e questo solo per il bene del film e del pubblico che andrà a vederlo. Non abbiamo ancora deciso quale sarà il budget, e anche sulla vicenda di Kevin preferiamo non commentare. Gli vogliamo bene e speriamo di poter lavorare con lui”.

Paranormal Activity sarà in sala, distribuito da Filmauro, a partire dal 5 febbraio

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29 Gennaio 2010

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