Infinity Festival 2005


M. NichettiFilm e documentari, lezioni di cinema e spazi di riflessione per parlare di un ambito per definizione difficile da circoscrivere come la spiritualità, fuori dagli steccati confessionali o dai pregiudizi ideologici. Torna ad Alba, in provincia di Cuneo, l’Infinity Festival, dal 9 al 16 aprile. E’ ormai alla quarta edizione la bella manifestazione diretta da Luciano Barisone e organizzata con il sostegno della Conferenza episcopale italiana accanti agli enti locali e alla Fondazione Ferrero, la principale realtà culturale della cittadina piemontese. Oltre alle sezioni competitive, il festival è ricco di momenti di approfondimento. In particolare nell’edizione di quest’anno si segnala la retrospettiva dedicata a Maurizio Nichetti. Una delle personalità più eclettiche del cinema italiano: mimo, attore, regista, sceneggiatore dallo sguardo tenero e “bambino”, creatore di personaggi ingenui e fuori dal tempo che traggono ispirazione più dal muto che dal cinema contemporaneo, ma non estraneo alla ricerca sulle nuove tecnologie e sul digitale, frequentatore di internet, curioso dei mondi virtuali. Attento al rapporto con il pubblico, ma non ossessionato dall’imperativo del successo, Nichetti è un cineasta capace anche di aspettare tra un progetto e l’altro, esplorando altri mezzi espressivi e facendo esperienze diverse, dalla televisione al cartoon alla direzione di festival, che lo vede attualmente impegnato con il Festival della montagna di Trento.

 

In concorso per la fiction dieci film tra cui l’italiano Onde di Francesco Fei, mentre nella sezione New Vision, riservata al documentario, concorre L’anno di Rodolfo di Daniel Ruffino e Federico T. Tonozzi, storia di un operaio in cassintegrazione. Tutti italiani anche gli ospiti delle “Lezioni di cinema”: lo sceneggiatore Stefano Rulli (autore del film di Gianni Amelio Le chiavi di casa, ma anche regista in proprio con Un silenzio particolare); il direttore della fotografia Luca Bigazzi (Pane e tulipani, Brucio nel vento, Le chiavi di casa, L’amore ritrovato); il musicista Ludovico Einaudi insieme al regista Giuseppe Piccioni.

Prosegue infine l’esperienza di “Work in Progress”. Riservata a progetti italiani di difficile collocazione sul mercato, è una vetrina dove opere non ancora concluse e alla ricerca di finanziamenti possono autopromuoversi. Da “Work in progress” sono usciti sia Il dono di Michelangelo Frammartino che Onde di Fei. 

Molti gli omaggi a cineasti stranieri: la regista ungherese Ildikó Enyedi, il sudcoreano Hong Sang-Soo, il francese Raphaël Nadjari, la lettone Laila Pakalnina e il siriano Mohamad Malas.

autore
22 Marzo 2005

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