Indimenticabile 2007


Il 2007 del nostro cinema, raccontato oggi a Roma dall’Anica, s’intreccia con la crisi di governo e una nuova maggioranza che forse uscirà dal voto di aprile. Ma i rappresentanti dell’Associazione delle industrie cinematografiche non sembrano preoccupati, anche se ringraziano la maggioranza uscente, cioè i ministri Rutelli e Gentiloni, per le misure a favore del comparto cinema di recente approvate in Finanziaria: credito d’imposta, tax shelter e revisione della legge 122.

Del resto Riccardo Tozzi, nella veste di presidente della sezione Produttori dell’Anica, ricorda che proprio il tax shelter è frutto di un provvedimento bipartisan, perché il sostegno di un’industria così importante come quella cinematografica riguarda entrambi gli schieramenti politici.

Tocca al presidente dell’Anica Paolo Ferrari riassumere il bilancio 2007 del nostro cinema con un’espressione mutuata dal titolo di un quotidiano francese: rinascimento italiano. I dati per titoli italiani e coproduzioni parlano da soli confrontati con il 2006: aumento del 44,5% degli incassi in un aumento generale al box office pari al 12,9%; una quota italiana di mercato che sale al 31,7% dal 24,8% dell’anno precedente; la presenza tra i 20 migliori incassi di ben 9 titoli nazionali a cui s’aggiunge il film americano firmato da Gabriele Muccino.

“Una svolta annunciata, perché il trend cominciato con il 2000 e che nel 2008 si rafforzerà – avverte Tozzi – è la conferma dell’esistenza di un’industria cinematografica che si è modernizzata”. 121 sono i film italiani prodotti e coprodotti (116 nel 2006) e Tozzi sottolinea che il prodotto è diversificato rispetto al passato quando al botteghino dominava solo il film comico e ricorda il buon andamento del cinema cosiddetto d’autore (Luchetti, Ozpetek, Molaioli e Soldini), mentre anche il cinema commerciale si articola in più generi. Aumentano poi le coproduzioni (da 26 a 31) segno che i capitali esteri guardano al nostro cinema con interesse.

I film al 100% italiani prodotti con il contributo dello Stato sono aumentati di 8 unità nel 2007, da 21 a 29. Lo Stato ha contribuito con circa 42 milioni di euro e l’investimento medio per film 100% italiano è in netto aumento rispetto al 2006 (+18%), ma ancora basso rispetto alle medie internazionali (2,5 milioni di euro). I film in coproduzione che hanno ottenuto il contributo dello Stato sono stati 17, per circa 21,5 milioni di €.

In un panorama positivo non vanno però dimenticati alcune note negative: l’affollamento di film italiani in uscita che potrà risolversi con il prolungamento della stagione nei mesi estivi. E la programmazione filmica in tv, dove ancora non è arrivata, afferma ancora Tozzi, la nuova ondata italiana. I titoli italiani programmati dalle tv generaliste scendono da 4087 a 3991 e così ripartiti: 25,7% sulle tre reti Rai, 57,1% su Mediaset e il 17,2% su La7. Tozzi s’augura che il servizio pubblico inverta questa rotta, collocando i film nazionali in prime time, come indicato nel nuovo piano editoriale Rai.

Michele Napoli, responsabile della sezione Distributori dell’Anica, ricorda la diminuzione di film stranieri importati e il successo di pubblico per l’uscita estiva di Harry Potter e l’ordine della fenice.
Anche Carlo Bernaschi, presidente Anem, è soddisfatto della performance italiana a fronte del trend negativo in casa loro del cinema francese (-6,5%) e di quello tedesco (-9%). Rileva inoltre la diminuzione (-7,6%) delle monosale a fronte di un aumento degli schermi di multisale e multiplex (+9,6).

Se il cinema italiano vive una stagione felice sui nostri schermi, altrettanto non si può dire fuori dai nostri confini. Le note dolenti vengono dal capitolo ‘promozione all’estero’. Tocca a Tozzi a indicare una strategia possibile: concentrare la promozione in un’unica struttura e attestarsi sul prodotto recente, “siamo sepolti dal passato”. Le risorse per Tozzi non mancano, si va dagli 8,5 ai 10 milioni di euro, un budget non così lontano da quello di Unifrance, ma da noi frammentato tra diversi soggetti. D’accordo anche Ferrari che vorrebbe ogni anno 2 o 3 qualificate manifestazioni in cui far conoscere all’estero i nostri autori e attori più recenti. Chissà che finalmente nell’agenda del prossimo governo ci sia spazio per questa proposta più che sensata.

Stefano Stefanutto Rosa
04 Febbraio 2008

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