BERLINO – Se fosse per ‘Screen’ la lotta in questa 68esima edizione del Festival di Berlino che si chiude il 24 febbraio sarebbe a due: ovvero la sinfonia canina in stop-motion di Wes Anderson L’isola dei cani e il lungo (234 minuti) anti-musical-splatter bianco e nero Season of the Devil del filippino Lav Diaz, che ha già vinto nel 2016 l’Alfred Bauer, premio della giuria ai film che “aprono nuove prospettive”.
Secondo alcuni critici italiani presenti a Berlino, contattati dall’Ansa, per i premi maggiori andrebbero aggiunti: U:July 22 di Erik Poppe, Las Herederas del paraguayano Marcelo Martinessi e, infine, il tedesco In the Aisles di Thomas Stuber. Mentre Figlia mia di Laura Bispuri potrebbe portare a casa un premio alle protagoniste: Alba Rohrwacher e Valeria Golino. Punta su questo terzetto (U:July 22, Las Herederas e In the Aisles) Paolo Mereghetti del Corriere della Sera che ha fiducia anche in una possibile vittoria delle due protagoniste del film della Bispuri. Quasi dello stesso parere Silvio Danese del Quotidiano Nazionale. Per il critico lombardo In the Aisles, storia d’amore “triste, semplice e vicina alla gente” tra due impiegati nel background di un grande magazzino nella provincia della Germania Est d’oggi, ha tutta la forza per sparigliare le carte. Tra i candidabili anche U:July 22 con la cronaca al cardiopalma della strage di 69 giovani sull’isola di Utoya, “film che potrebbe vedere premiata anche la protagonista Kaja (Andrea Berntzen)”, un’ipoteca per un’eventuale vittoria della coppia Rohrwacher/Golino.
Per Fulvia Caprara de La Stampa, gli Orsi papabili sono: “Las Herederas, Dovlatov e In the Aisles molto applaudito nonché tedesco, elemento che pesa nelle scelte dei giurati”. In corsa anche Museum “che conferma la forza della nouvelle vague cinematografica sudamericana”. Tra gli attori, per la Caprara: Franz Rogowski (protagonista di Transit e di In the Aisles) e Joaquim Phoenix, mentre Golino e Rohrwacher e la coppia di Las Herederas potrebbero contendersi il premio per l’interpretazione. Per Cristiana Paternò, di Cinecittà News, l’Orso d’oro è In the Aisles di Thomas Stuber, “apologo sulla solidarietà e il senso di comunità della classe operaia”, ma in pole position si trova anche il messicano Museo e “comunque il suo protagonista Gael Garcia Bernal è ben piazzato come miglior attore insieme a Franz Rogowski, protagonista di In the Aisles e Transit e volto indimenticabile di questa Berlinale). Sempre come miglior attore, infine, l’ottimo Phoenix di Don’t worry, He won’t get far on foot. Per i ruoli femminili, buone chance, secondo Paternò, per Alba Rohrwacher insieme alla giovane protagonista di Utoya, da “non dimenticare il surreale polacco Mug e Season of the Devil di Lav Diaz. Come migliore opera prima ha pochi contendenti Las Herederas di Martinessi”.
Per Rita Di Santo dell’UK Film Critics’ Circle, l’Orso d’oro che potrebbe mettere d’accordo tutti è L’isola dei cani di Anderson, “spassosissimo film d’animazione, di esuberanza e virtuosismo tecnico, sottile parabola dei cani-spazzatura, emarginati, respinti e cacciati (come i rifugiati)”. L’altro in corsa è il norvegese U-July 22 di Erik Poppe. Da non escludere, “l’incantevole Lav Diaz e la delicata storia d’amore di Marcelo Martinessi. Anche l’italiana Bispuri potrebbe portarsi a casa un Orso, magari quello d’argento e collettivo alle attrici per le loro splendide interpretazioni”.
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