Potete gustarvi dalla commedia Arrangiatevi! di Bolognini (1959) un imperdibile Totò, tagliato dalla censura, alle prese con l’austera tappezzeria di un ex bordello rivelatrice di un nudo di donna. Si tratta di uno dei tanti brani di film tagliati e disponibili on line su Cinecensura – la mostra virtuale promossa da DG Cinema-MiBACT e realizzata da CSC-Cineteca Nazionale – che ripercorre i cento anni del regolamento attuativo della revisione cinematografica in Italia, entrato in vigore il 31 maggio 1914.
Il percorso on line è un progetto di Pier Luigi Raffaelli e Tatti Sanguineti, con il coordinamento scientifico di Emiliano Morreale, e con la collaborazione della Cineteca di Bologna, Luce Cinecittà, Museo del cinema di Torino e Archivio Centrale dello Stato.
Sono messi a disposizione del pubblico i brani dei film tagliati, i documenti della censura preventiva, i bozzetti dei manifesti censurati, gli atti parlamentari, le sentenze e tanti altri materiali, insieme a saggi critici e interviste inedite ai protagonisti. In rete sono così disponibili materiali relativi a 300 lungometraggi,80 cinegiornali, 100 pubblicità e cortometraggi, 28 manifesti censurati, filmati di tagli di 74 film insieme a quelli di 15 cinegiornali e cortometraggi, con videointerviste a testimoni e studiosi.
“Non è un database, ma una scelta ragionata di materiali etrogenei per lo più provenineti dal MiBACT, resi navigabili, e con Tatti Sanguineti a fare da cicerone”, precisa Morreale, conservatore della Cineteca . Il percorso si sviluppa in 3 sale. La prima riguarda I temi ed è organizzata sulle aree tematiche Sesso, Politica, Religione e Violenza, ambiti in cui la censura cinematografica ha esercitato principalmente la sua azione.
La sala n. 2, Il sistema censura, è dedicata ai protagonisti della “macchina censura” e contiene: Il Parlamento, I Cattolici, I Produttori, L’Avvocato. I modi della censura è la terza sala, dedicata alle diverse tipologie di censura cinematografie e contiene le sezioni: Il Muto, Censura Preventiva, Documenti 1922-1946, Sequestri e Luci Rosse, Riedizioni Televisive.
In ogni sottosezione è presente un video, un testo critico e un mosaico composto da tutti i documenti (tagli video, manifesti, documenti d’archivio) relativi alla tematica scelta.
La sezione La collezione consente un accesso diverso da quello tematico. Al suo interno troviamo la “collezione permanente”, ovvero tutti i documenti in mostra raggruppati per tipologia: Lungometraggi, Cortometraggi, Cinegiornali, Manifesti.
È presente anche una sezione Testimonianze, con contributi video, e una Bibliografia. La sezione Registi contiene le filmografie complete di due registi Pier Paolo Pasolini e Stanley Kubrick, un omaggio a due grandi esponenti del cinema internazionale. Tutti i documenti presenti in mostra sono corredati dai fascicoli provenienti dagli archivi del MiBACT, Direzione Generale per il cinema.
Sono stati riprodotti i fascicoli dei titoli con informazioni di particolare interesse, e quelli citati nei testi che introducono le varie sezioni.
La mostra sui 100 anni della censura cinematografica in Italia ha un importante antefatto, ricorda Pierluigi Raffaelli: il 1999, allorché inizia il progetto speciale Italia taglia, la banca dati con le informazioni sulle pellicole, sottoposte alla revisione dal 1913 al 1999, sotto la direzione scientifica di Tatti Sanguineti.
Il 3 maggio 1913 inizia il n. 1 sino al n. 32.065 del 30 novembre 1943. I film effettivamente revisionati sono 901 in meno, per un errore di trascrizione degli impiegati dell’epoca. Le pellicole revisionate, dal 1913 al 1943 sono 31.164 e non 32.065 come da protocollo. Il 16 ottobre 1944 (data del visto – la data della domanda è il 29 settembre 1944) inizia di nuovo dal n. 1 la numerazione, ancora in uso, delle pellicole sottoposte al giudizio delle Commissioni di primo e di secondo grado. Anche in questo caso alla numerazione si devono sottrarre i numeri “sprecati”. Il 30 dicembre 2013 viene firmato il verbale del numero di nulla osta 108.015.
Non ci sono informazioni sulle pellicole autorizzate dal Ministero della Cultura Popolare, durante la Repubblica Sociale di Salò, ed i numeri assegnati dal P.W.B. – Psychological Walfare Branch Film Section Censorship Department [“Divisione per la guerra psicologica”], nel periodo di transizione degli uffici di censura “ufficiali”.
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