In anteprima a Firenze, un assaggio del Natale francese


FIRENZE – Una delle caratteristiche di France Odeon, il festival fiorentino di cinema francese di cui CinecittàNews è Internet Media Partner, è quella di mettere in luce tutta la varietà del cinema d’oltralpe, non limitandosi alle sue sfaccettature autoriali ma comprendendo anche i generi: dalla commedia, al thriller, all’animazione.

 

Il programma di oggi, terza giornata della rassegna che si chiuderà domenica 23, è esemplificativo di questo intento: il menù prevede infatti Le Moine, un thriller gotico interpretato da Vincent Cassel e diretto da Dominik Moll, distribuito da Nomad, e il sentimentale Les Emotifs anonymes di Jean-Pierre Améris, con Isabelle Carré e Benoit Poelvoorde, che sarà in sala in Italia con Lucky Red dal 23 dicembre, e racconta di come due supertimidi riescano a superare le proprie insicurezze grazie all’amore e alla comune passione per il cioccolato.

 

Ma soprattutto c’è, ad aprire la giornata, un’anteprima assoluta, anche per la Francia. Si tratta di 10 jours en or, film popolare che lo stesso Francesco Ranieri Martinotti, direttore del festival definisce come “il corrispettivo del nostro film di Natale”. Non però un cinepanettone, bensì una tenera commedia che vede il protagonista Franck Dubosc – tra i volti più noti e rappresentativi di questo genere oltralpe – alle prese con un’inaspettata paternità “acquisita”, quando una ragazza con cui ha trascorso una notte d’amore sparisce lasciandogli però nella stanza il suo bambino.

 

A presentare la pellicola, che fa anche molto leva sulla tenerezza del piccolo attore Mathis Touré, ci sono il protagonista e il giovane regista Nicolas Brossette, al suo debutto. La spigliatezza di Dubosc conquista immediatamente il pubblico accorso numeroso alla sala Odeon, che ne applaude l’entrata sul palco: “E’ la prima volta che vengo a Firenze – dice l’attore – la prima volta che vengo tradotto in italiano, la prima volta che presentiamo questo film al pubblico e la prima volta che vengo applaudito uscendo di corsa dalla toilette! E’ la serata delle prime volte e se nel pubblico c’è qualche signora alla sua prima volta, io sono disponibile”.

 

Gioca con il suo ruolo da farfallone, lo stesso che ha nel film, prima che il suo personaggio ‘maturi’, e che però per lui, di solito comico e mattatore abituato ad esibirsi in ‘one man show’, rappresenta una novità : “Questo è un road movie dei sentimenti – racconta – ma il tema non è tanto spostarsi in macchina quanto lo spostamento dell’essere umano. Non ero io a dover far ridere, ma le situazioni e la gente intorno a me. Per me un’occasione bellissima che mi ha dato Brossette, con il candore di chi inizia. Magari un regista più affermato non si sarebbe preso il rischio di chiedermi una cosa del genere, un totale cambio di registro. Sono abituato a far ridere, qui dovevo suscitare emozioni”.

 

“Abbiamo semplicemente lavorato molto insieme – fa eco il regista – non ho avuto bisogno di ‘gestire’ la personalità di Franck o cose simili. Eravamo in sintonia e ho imparato immediatamente a sfruttare il suo istinto. I dialoghi erano già tutti scritti, lui si è limitato a darmi suggerimenti e io decidevo di volta in volta se accettarli. La svolta è stata il grande feeling che si è creato tra Franck e Mathis. Per Franck lui non era un bambino, ma un attore e un partner. E’ molto difficile lavorare con i piccoli ma Mathis era straordinario, ha immediatamente capito come funzionava il tutto e qual’era il suo ruolo. E si divertiva a stupirci. Certo, ogni tanto si stancava e andava stimolato. Una volta, che non riusciva a gridare bene gli ho detto: ‘ehi, Franck pensa che tu non sei in grado di gridare. Vediamo se riusciamo a spaventarlo!”

“Io – dice ancora Dubosc – non ho particolare modelli a cui mi ispiro, o forse mi ispiro a fin troppe persone. Ma cerco sempre di non esagerare, di mettere nella mia recitazione il minimo che serve. Il resto deve farlo l’occhio dello spettatore. Mi piacerebbe lavorare in Italia, noi comici francesi parliamo sempre della commedia all’italiana anche se purtroppo conosciamo molto i classici ma poco le nuove leve. E poi, ahimé, non parlo italiano. Però ho fatto due film con Luisa Ranieri. E, beh, state certi che a quel punto la voglia di venire a lavorare in Italia ti viene…”

autore
22 Ottobre 2011

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