Il tuo ultimo sguardo: amori impossibili e impegno umanitario

Il tuo ultimo sguardo è la quinta regia di Sean Penn. E resterà nella storia solo per un motivo: perché è il simbolo della storia d'amore (finita male) tra il divo e Charlize Theron


Un divo americano dal forte impegno, una coppia scoppiata e un film che diventa l’eco sbiadita di quell’amore (finito) sono gli ingredienti di Il tuo ultimo sguardo, la quinta regia di Sean Penn, presentato a Cannes in concorso nel 2016 e ora in sala dal 29 giugno con 01 Distribution. Al festival, l’attore-regista era apparso torvo in volto, un po’ a causa dei fischi alla proiezione per la stampa, un po’ per la vicinanza forzata con la ex Charlize Theron. La quarantenne attrice ed ex modella è protagonista insieme a Javier Bardem di questa storia d’amore e guerra. Il personaggio, ricalcato su di lei, si chiama Wren Petersen, sudafricana come nella realtà e figlia del fondatore di un’associazione umanitaria che ricorda molto da vicino Medici senza frontiere. Ora che l’amato padre è morto, Wren dirige la onlus con piglio manageriale dedicandosi a raccogliere fondi e fare riunioni in quel di Ginevra. Ma quando si trova dentro alla macelleria africana, durante un viaggio in Liberia, decide che è giusto mettere a frutto gli studi in medicina e cercare di salvare qualche vita negli ospedali da campo. Proprio allora avviene l’incontro con il dottor Miguel Leon (Bardem), uno spagnolo con la faccia da schiaffi che ha dedicato tutte le sue energie all’attività umanitaria. Nasce una grande passione, ma è un amore impossibile: i due sono divisi dalla concezione del mondo, in più la fama di donnaiolo del dottore – che si concretizza con l’irruzione di una sua amante abbandonata (la Adéle Exarchopoulos di La vita di Adele) – sconsiglia qualsiasi serio legame. 

Ma il plot sentimentale è naturalmente uno stratagemma per portarci dentro la realtà brutale delle guerre tribali, con sventramenti, budella usate come recinzioni, stupri, amputazioni e bambini addestrati a diventare macchine da guerra. Insomma una cura per la cattiva coscienza degli occidentali che non sanno fermare queste carneficine o magari le alimentano per lucrarci su. Tra citazioni di Terrence Malick e la fastidiosa sensazione che i due attori, nonostante tutto quello che gli capita rimangano sempre ben pettinati e radiosi, Il tuo ultimo sguardo è un prodotto perfetto per i galà benefici, in stile AmFAR e ha purtroppo poco a che fare con i migliori lavori del Penn regista, come The Pledge o Into the Wild.

Penn ammette di avere a cuore soprattutto la nozione di responsabilità. “È veramente una storia d’amore questa? O non piuttosto un modo di riflettere su queste guerre che mentre noi cerchiamo soluzioni politiche, continuano a versare sangue. Credo che la generosità sia l’unica soluzione”. Per Charlize il film, girato in Liberia, Sudafrica e Sudan nel 2014 quando ancora faceva coppia con Penn, è stato quasi un documentario: “C’erano diverse mdp sul set e non ci rendevamo neanche conto di essere filmati. Tra l’altro abbiamo avuto un chirurgo come coach, ci ha aiutato moltissimo, spiegandoci come rendere credibile la parte medica, però nel momento del bisogno, quando dovevamo fare un cesareo nella giungla, era sparito”. 

Cristiana Paternò
27 Giugno 2017

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