Il Sordi segreto, benefattore – nonostante la fama di avaro, cattolico. Il Sordi del teatro, della radio, della tv e dei giornali. Il Sordi doppiatore e il suo indissolubile legame con la città di Roma. Il Sordi che ama gli animali. I primi film e i classici epocali. E’ un percorso molto strutturato e in gran parte inedito quello proposto dalla mostra ‘Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020’, che parte il 16 settembre, fino al 31 gennaio, al Teatro dei Dioscuri e nella storica Villa dell’attore con accesso a Piazza Numa Pompilio, per l’occasione riaperta al pubblico. L’apertura era prevista per marzo ma si è reso necessario il rinvio causa Covid.
“Riviste le regole – dice la Sindaca di Roma Virginia Raggi intervenuta all’evento – possiamo finalmente riaprire. Tutti in mascherina, tutti distanziati, ma finalmente possiamo ritrovare i luoghi della vita di Sordi e gli oggetti per lui importanti, che hanno caratterizzato il suo modo di essere e le capacità che ha portato sullo schermo per farci ridere e riflettere, anche come romani. Insieme al Professor Nicosia e alla Fondazione Sordi possiamo poi annunciare una bella novità, su cui in parte abbiamo già lavorato e in parte lavoreremo ancora, cioè una rassegna permanente sui film di Sordi nella sala cinema/teatro della Villa, per poter avere un punto di contatto costante tra l’opera del Maestro, preziosa e immortale, le persone e la città di Roma”.
La sindaca toglie la mascherina solo una volta, a debita distanza, per posare di fronte ai fotografi proprio nella sala del teatro, splendidamente arredata con sette sculture di terra bianca di Spadini che rappresentano le arti, mentre il palco è impreziosito dagli sfondi del pittore cubofuturista Gino Severini. La sala è corredata anche di schermo e proiettore, ed era luogo di serate per amici e parenti, spesso colorate dalle note del compositore Piero Piccioni, che accennava al piano i temi dei film di Alberto che spesso aveva realizzato. Il cuore della Villa, che Sordi ‘soffiò’ a De Sica perché più pronto con i contanti, argomento che i due avrebbero poi spesso affrontato bisticciando amichevolmente (tra le curiosità esposte si trova anche il contratto d’acquisto). Un luogo di incontro e intrattenimento mondano fino al tragico 1972 quando l’attore, distrutto dalla morte della sorella Savina che la abitava con lui, chiuse la Villa definitivamente, fino ad oggi.
L’esposizione si snoda tra i vari ambienti della casa, due tensostrutture di oltre 800 mq create per l’occasione e il Teatro dei Dioscuri al Quirinale: spazi lungo i quali si distende l’intero racconto che ci fa rivivere la lunga carriera dell’attore e allo stesso tempo ci fa scoprire il Sordi privato, attraverso oggetti, immagini, video, abiti, curiosità, documenti inediti. La E’ promossa da Fondazione Museo Alberto Sordi, con Roma Capitale e con Regione Lazio, con il riconoscimento del MIBACT Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, con il patrocinio di SIAE, con il sostegno di Luce Cinecittà, Acea, Banca Generali Private e con la collaborazione di Rai Teche, è curata e organizzata da Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta, prodotta da C. O. R. Creare Organizzare Realizzare.
“Oggi non c’è un Alberto Sordi, non potrebbe esistere, non c’è più alcun attore che si prenda il posto responsabile, in complicità coi registi, di rappresentare l’italiano medio – peggiorato nel frattempo a dismisura – nelle sue funzioni private di marito-scapolo-seduttore o pubbliche di vigile-moralista-commissario-medico della mutua-tassinaro o perfino mafioso in un bellissimo e ignorato film di Lattuada”. Così lo descrive il critico Maurizio Porro nella presentazione di uno dei due cataloghi che accompagnano la Mostra, e conclude: “Sordi è stato un grande protagonista del cinema, perché la sua storia si fa cultura attraverso un rincorrersi di temi e valori, di ambiguità e amoralità, di grandi finzioni e piccole pìetas…”
Si possono visitare poi la palestra – con il toro meccanico con cui Sordi faceva a gara con gli amici, la bicicletta, con cui andava in giro, la cyclette, e tanti altri attrezzi sportivi – i saloni, con i bellissimi De Chirico che Sordi aveva acquistato direttamente dal pittore, suo amico. Si può poi accedere al piano superiore dove c’è il suo studio, allestito così come lui lo aveva lasciato, la sua camera da letto dove muore nel febbraio 2003 e ancora la curiosa e unica barberia. Infine, attraverso una installazione mediale è proprio Sordi a salutare il suo pubblico di ieri e di oggi. I visitatori potranno anche interagire nelle due postazioni di Radio Rai e di Rai Play.
Infine la Sala proiezioni: uno spazio aperto accessibile a tutti gratuitamente, dove viene proiettato un filmato dedicato a Sordi curato da Istituto Luce Cinecittà. Ai Dioscuri trovano invece accoglienza accoglienza “Storia di un italiano”, programma tv al quale Sordi era molto legato, “I viaggi nel mondo”, con le innumerevoli foto che il Maestro raccoglieva in giro per il globo e “Il mito americano” (con i film che lo rappresentano e le foto che ritraggono Sordi cittadino onorario di Kansans City).
La Mostra si completa e arricchisce con due cataloghi a cura di Alessandro Nicosia, Vincenzo Mollica, Gloria Satta, Maria Cristina Bettini e Gina Ingrassia, per Skira.
Il percorso della mostra combina una linea cronologica con temi specifici e include una selezione di dodici serie, da Twin Peaks a Breaking Bad a Mare Fuori
L'esposizione è stata aperta alla presenza del Direttore generale Musei Massimo Osanna, del Presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati Federico Mollicone, della Presidente di Istituto Luce Cinecittà Chiara Sbarigia e del curatore Gian Luca Farinelli
Nell'esposizione, inserita all’interno del palinsesto della Festa del Cinema di Roma, 50 bozzetti pittorici di grandi artisti, realizzati per la stampa tipografica dei manifesti. A Palazzo Merulana dal 10 ottobre all'8 dicembre 2024
Tutti De Sica è allestita alla Galleria del Cinema Modernissimo fino al 12 gennaio prossimo: l’esposizione è curata da Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca del capoluogo emiliano