Il ritorno del Monnezza

Il Monnezza è tornato. Zucchetto, ricci incolti e parlata da ‘coatto’ sono gli stessi. Cambiano i tempi e gli attori. Al posto di Tomas Milian, attore da culto della serie diretta tra il 1976 e il 1984 da Bruno Corbucci, c’è Claudio Amendola. Interpreta Rocky Giraldi, figlio di Nico, poliziotto in borghese detto Monnezza. Segue le orme del padre, solidarizza coi proletari e indaga su un affare di droga e corruzione.

L’ideatore dell’operazione è Vittorio Cecchi Gori. Colpito dal boom di vendite dei DVD della serie di Corbucci di cui aveva prodotto gli ultimi capitoli, ha proposto ai fratelli Vanzina di resuscitare un mito consacrato perfino dall’enciclopedia Treccani.

I re del trash italiano hanno accettato ed è nato Il ritorno del Monnezza in uscita con Medusa dal 15 aprile in 250 copie. “L’obiettivo è divertire ma anche rivitalizzare i temi del cinema popolare anni Settanta/Ottanta. Non perché manchino le idee ma perché quel cinema era dirompente, capace di inventare mode e linguaggi. Abbiamo scartato l’ipotesi dello zibaldone con le battute più note della serie e tenuto alcune citazioni, gli stilemi e l’atmosfera di allora. Il tutto con grande rispetto per un personaggio di culto” dichiara Carlo Vanzina.

Il film ammicca al recupero dei B Movies – definitivamente affermato dalla retrospettiva di Venezia 61- con i poster appesi alle pareti di casa di Monnezza jr: oltre all’immancabile Viva la foca, c’è Kill Bill, omaggio a Tarantino, padrino del cinema di genere.

Claudio Amendola ricorda: “Era mio padre Ferruccio a doppiare Tomas Milian nei film scritti dallo zio Mario. Da ragazzino provavo allo specchio le battute di Tomas e chiedevo a papà di recitarle per gli amici. Aspetto con ansia il giudizio dei fan. Nel forum on-line dedicato al Monnezza il dibattito è vivace”. Nel cast anche Elisabetta Rocchetti (L’imbalsamatore), nel ruolo nella collega del Monnezza ed Enzo Salvi nei panni del ladro Tramezzino. Il film ha anche la benedizione di Dardano Sacchetti, l’uomo che ha inventato il Monnezza:  “E’ un’operazione riuscita dal punto di vista artistico e produttivo” dice.