Un genio del suo tempo e della Storia dell’Arte tutta, il Perugino, al secolo Pietro di Cristoforo Vannucci: nella ricorrenza dei 500 anni dalla sua scomparsa (1523) arriva al cinema Perugino. Rinascimento Immortale, con la partecipazione straordinaria di Marco Bocci.
La regia è di Giovanni Piscaglia, dietro la macchina da presa di Van Gogh. Tra il grano e il cielo e Napoleone. Nel nome dell’arte, la produzione è a cura di Ballandi e “Arte al Cinema” è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital: il documentario racconta la vita e l’opera di Perugino partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, in particolare con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Da Castel della Pieve, un borgo immerso in quei paesaggi, Pietro Vannucci, che solo in seguito avrebbe preso l’appellativo di Perugino, comincia il suo percorso artistico che lo porterà a imporsi nelle capitali creative dell’epoca, Roma e Firenze, a contatto con maestri come Verrocchio, e colleghi come Botticelli e Leonardo da Vinci.
Eppure, nonostante Perugino sia stato un artista centrale del Rinascimento, il più famoso e richiesto nel ventennio che va dal 1480 al 1500, la sua fama si è via via spenta con lo scorrere dei secoli fino a giungere ai giorni nostri sbiadita e priva del suo reale valore. Perché questo è avvenuto? Molto ha inciso l’ombra che su di lui hanno gettato gli artisti della nuova maniera, e in particolare Raffaello. Infatti, il Perugino è spesso citato e conosciuto solo come maestro del pittore urbinate. Ma al di là dei meriti di Raffaello, gran parte della sfortuna critica del Perugino si deve anche a Giorgio Vasari, il biografo degli artisti che nelle sue Vite relega il Perugino a figura di secondo livello e lo descrive con toni dispregiativi riportando aneddoti e tratti del carattere negativi.
Questo docu-film prova a smentire Vasari, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dell’arte, analizzando le opere nel dettaglio, cercando una verità diversa da quella giunta fino ai giorni nostri. Pietro realizza il primo capolavoro: L’Adorazione dei Magi della Galleria Nazionale dell’Umbria e la consacrazione arriva negli Anni 80’ del Quattrocento con gli affreschi della Cappella Sistina, in cui ancora oggi possiamo ammirare La consegna delle chiavi.
A questo punto, Perugino è l’astro nascente dell’arte italiana e a Firenze apre una bottega sull’esempio del suo maestro Verrocchio. È una bottega perfettamente rodata che sforna moltissime opere e riceve numerose commissioni.L’abilità imprenditoriale di Perugino è incredibile e il marchio di fabbrica dei suoi dipinti, il suo stile, diviene riconoscibile e ammirato e si diffonde in tutt’Italia. Perugino passa indenne anche dalla tempesta di Savonarola: la sua costanza nella pittura e l’impermeabilità del carattere gli permettono di realizzare quadri devozionali distraordinaria bellezza e armoniache vengono presi a modello da moltissimi pittori a lui successivi. Un fenomeno di proporzioni paragonabili solo a quanto accaduto, prima di lui, con l’arte di Giotto.
L’obiettivo del documentario è proprio quello di ridare a Perugino il giusto posto nella Storia nell’Arte, mettendone in luce le novità, i meriti, il carattere. Il documentario approfondisce da vicino anche l’allestimento delle due sale interamente dedicate all’artista alla Galleria Nazionale dell’Umbria, raccontando, tra le altre cose, il restauro di alcune delle sue opere. Così, grazie a riprese suggestive e all’intervento di esperti come il direttore Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dell’Architettura presso l’Università di Firenze Emanuela Ferretti, il Geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, la storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni, il film mette in luce le peculiarità dell’artista e il suo fondamentale all’interno della Storia del Rinascimento.
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