“Un film anarchico, non convenzionale, moderno”. Utopista, a suo modo. Ma votato a un’utopia fragile e consapevole dei suoi limiti come quella di Leonor De Fonseca Pimentel, la nobile di origine portoghese che fu tra i promotori della breve e valorosa fiammata che va sotto il nome di Repubblica Partenopea. Aristocratici che volevano andare incontro al popolo, nutriti di ideali illuministi e di energie giacobine, la proclamarono nel 1799 per poi pagare con la vita. A lei, nonostante il lignaggio, fu negata la decapitazione, venne impiccata, su istigazione dell’ammiraglio Nelson: tra le sue preoccupazioni nell’ora fatale, quella di non indossare le culotte.
“Eleonora è la parte migliore di me, la parte romantica. Se togli quella che cosa rimane?”, dice Antonietta De Lillo. Napoletana di nascita e documentarista per vocazione, autrice dell’apprezzato Non è giusto, ha acquistato i diritti dell’ormai celebre romanzo di Enzo Striano, Il resto di niente, nel lontano ’97 e da allora ha lottato strenuamente per portare al cinema Eleonora e la sua crepuscolare vicenda. Concentrandosi su questa figura femminile affascinante per la sua purezza come simbolo di un’istanza etica che ci riguarda tutti “in un momento in cui tutti inseguono il proprio tornaconto ed è un modo ben misero di vivere”. Con Giuseppe Rocca ha scritto la sceneggiatura chiamando poi tanti interpreti della scena napoletana, tra cui Lucia Ragni, Riccardo Zinna, Rosario Sparno, Raffaele Di Florio, Enzo Moscato, a dare vita e dialetto alla ricostruzione d’epoca. Ma Eleonora è sempre stata Maria de Medeiros, forse l’attrice portoghese più nota all’estero dopo Pulp fiction, regista, a sua volta, di Capitani d’aprile sulla rivoluzione dei garofani. Maria si è documentata sui libri di Maria Antonietta Maciocchi e Susan Sontag, per capire una sua conterranea che “i portoghesi spesso non conoscono, ma che meriterebbe di fare il giro del mondo”. Purtroppo il film, che ha debuttato a Venezia fuori gara, ha ancora molta strada da fare. “Ora uscirà in 40 copie – dice Luciano Sovena dell’Istituto Luce – ma sarà dura, perché c’è crisi e persino con un blockbuster come Il mercante di Venezia ho difficoltà”. Mariella Li Sacchi, che l’ha realizzato con la Factory, ricorda il grosso impegno produttivo (3,8 mln €) ma anche il sorprendente disinteresse della Rai ad acquistarlo. Forte invece è stato il sostegno degli enti locali e del sindaco Rosa Russo Jervolino, in una Napoli martoriata nelle cronache. “Vorrei che la città vivesse maggior equilibrio – dice ancora De Lillo – perché la vita è più importante dell’arte, ma ancora di più penso che questo film sia necessario”
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk