Debutta oggi online, nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, il nuovo sito dell’Archivio storico dell’Istituto Luce, non a caso entrato – unico tra gli archivi audiovisivi del nostro Paese – tra i beni tutelati dal prestigioso registro ‘Memory of the World’ dell’UNESCO. Grafica e logo totalmente rinnovati, una nuova organizzazione e presentazione dei contenuti – fortemente in linea con i linguaggi e le tendenze del web contemporaneo – ma soprattutto una nuova dimensione di lettura e di uso di quella preziosa materia di memoria collettiva che è l’Archivio Luce. Un nuovo modo di accedere alle fonti della conoscenza e del sapere, immergendosi nell’immenso tesoro della cultura italiana da oggi aperto non solo a una platea di specialisti, come finora è stato, ma anche alla portata di un pubblico generalista che ha la possibilità di consultare agilmente, gratuitamente e in buona risoluzione quest’immenso tesoro di conoscenze, lungo un secolo: una spettacolare video-biblioteca con oltre 70mila filmati e 400mila fotografie, consultabili da qualsiasi dispositivo, anche mobile. Ogni fondo cinematografico e fotografico presenta una descrizione storico-cronologica dettagliata e tutti i documenti riportano un utilissimo apparato didascalico con informazioni, crediti, date, su personaggi eventi e luoghi narrati: uno strumento utile a tutti per la comprensione di ciascun documento e uno stimolo per una navigazione tematica approfondita. Anche perché “la cultura della memoria sta scomparendo dal web, nato paradossalmente come un grande archivio ma che oggi privilegia e consuma il momento attuale, in una corsa forsennata alla notizia del momento che viene, però, velocemente consumata e buttata via”, come sottolinea il Direttore dell’Archivio Enrico Bufalini. “Il nostro ruolo è quello di mantenere la memoria del nostro passato, rendendolo disponibile in maniera nuova e accessibile a chiunque voglia trovate un punto di partenza per la propria analisi”.
Raggiungibile online all’indirizzo www.archivioluce.com, l’Archivio Luce è storicamente al passo con l’innovazione tecnologica, continua Enrico Bufalini: “È stato il primo archivio audiovisivo italiano ad essere interamente digitalizzato, dal 1999, nel 2001 siamo andati online con una banca dati liberamente accessibile e nel 2012 una porzione considerevole dei nostri materiali è stata condivisa su YouTube, un passo decisivo verso il pubblico più giovane”.
Ad illustrare le novità del sito il responsabile editoriale Roland Sejko che ha evidenziato come il rinnovato portale, che mette bene in evidenza l’eterogeneità di materiali contenuti, sia un invito rivolto al grande pubblico “affinché non identifichi l’archivio solo con un determinato periodo storico, quello del fascismo, ma anche uno stimolo per i nuovi autori del nostro cinema a un riuso creativo dei materiali d’Archivio come chiave di lettura del presente”. Come fa il suggestivo 9X10 Novanta, film collettivo firmato da alcuni dei più apprezzati nuovi autori del nostro cinema, che hanno realizzato piccoli capolavori, ciascuno con 10 minuti, con le immagini dell’Archivio Luce. La prima grande novità è un motore di ricerca potenziato, fondamentale per la navigazione in un mare di audiovisivo come quello del Luce. La ricerca si fa poi più aperta e semplice, grazie ad aree tematiche: macro-sezioni che indirizzano l’utente al campo che più lo interessa – storia, personaggi, arti, politica, sport, spettacolo, attualità o altro. Tutte le singole ricerche rimandano al nuovo Database, che permette di incrociare voci e dati, e comporre una relazione più intuitiva e ricca tra i documenti. Una semplice ricerca porta a una connessione di informazioni, e può farla diventare un viaggio carico di immagini in movimento, notizie, nuove finestre. La possibilità di comporre playlist personalizzate, e salvarle in una cartella, permette di incamerare la propria ricerca, e proseguirla nel tempo. La ricerca diventa più chiara e precisa tanto per lo specialista quanto per l’utente semplice (come ad esempio gli studenti) e per entrambi può essere molto più avventurosa.
Un’altra importante novità è l’attività redazionale con aggiornamenti quotidiani e richiami a un tema del giorno, con video e foto notizie che integrano la cronaca attuale con le immagini d’archivio. Una timeline connette il calendario settimanale con anniversari di particolare significato, ricorrenze o personaggi che in quel giorno sono entrati nella storia e l’offerta periodica di ‘mini-doc’, brevi documentari originali prodotti da Luce Cinecittà, racconta temi e personaggi attraverso la combinazione tra filmati d’epoca e nuove riprese. “Ai mini-doc si accosta la proiezione settimanale di corti e documentari a firma di grandi autori: già online e liberamente consultabili La stazione di Valerio Zurlini, Il museo dei sogni di Luigi Comencini, Confidenze di un gatto di Giorgio Ferroni.
Negli anni il patrimonio dell’Archivio Luce continua ad arricchirsi con l’acquisizione di nuovi fondi, consultabili in parte anche online. A cominciare dal Fondo Folco Quilici che il regista ha voluto lasciare all’Istituto Luce perché lo conservasse e ne facesse diffusione nel futuro. “La fiducia di Folco Quilici è uno degli stimoli più grandi per noi, non possiamo che esserne orgogliosi”, ha sottolineato il presidente e AD di Luce Cinecittà Roberto Cicutto, da sempre convinto sostenitore del bisogno di inventare nuovi modo di diffusione dei materiali d’Archivio. “Spazziamo via ogni residuo di polvere: qui si raccontano cose nuove e si accolgono nuove tecnologie e linguaggi. L’Archivio è a disposizione come preziosa fonte d’ispirazione e risorsa per chi sa e vuole approfondire o per chi non sa e vuole scoprire. Non è solo il racconto delle fotografie e dell’audiovisivo, ma delle storie del nostro Paese”. Nel fondo Quilici presenti oltre 4mila ore di filmati girati in sessanta anni, tra il 1950 e il 2010, in quattro continenti: Africa, Asia, Americhe, Europa, dalle profondità magiche delle riprese subacquee di cui è maestro, allo spettacolo dell’Italia vista dall’alto. La digitalizzazione del suo fondo è in corso e il portale dell’Archivio Luce ne presenta una prima cospicua parte.
Un altro nuovo fondo di grande interesse è quello del regista Mario Canale, un vero atlante del cinema italiano e internazionale dal 1980 al 2000. Il Fondo Mario Canale è unico in Italia, per il suo peculiare contenuto: oltre 500 backstage di film italiani e stranieri, 2mila interviste a registi, attori, tecnici, e decine di ore di reportage dai grandi festival. A questi materiali si aggiungono i reportage da diverse zone del mondo, tra cui un importante fondo di 500 nastri dedicati alla Russia e la recente acquisizione di materiali degli anni Settanta – in via di catalogazione – dedicati all’avanguardia teatrale romana, con riprese di spettacoli di creatori come Carmelo Bene e Memè Perlini, o il Festival dei poeti di Castel Porziano. Un cospicuo Fondo è quello del regista documentarista Mario Gianni, di carattere etno-antropologico: un lavoro prezioso sulla memoria del mondo in vent’anni di immagini, dal 1989 al 2000, con una corposa dedica alle minoranze etniche raggruppata nella serie ‘Popoli che scompaiono’. Immagini che provengono da tutto il globo: dal Perù al Pakistan, dall’Argentina alla Cecoslovacchia fino a Brasile, Iraq, India, Algeria, Colombia, Mali, Costa Rica, Tailandia, Panama, Birmania e Venezuela. Tra le interviste va segnalata una serie dedicata a personalità della ex nomenclatura sovietica, a dissidenti e ad artisti, militari e scienziati sui temi della guerra fredda, della corsa agli armamenti e al nucleare; su Stalin, Krusciov e Gorbaciov e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Tra i fondi prossimamente online sul portale dell’Archivio Luce, quello della UIL e di Silvano Agosti.
Il portale si presenta, infine, con una sezione dedicata alle diverse attività dell’Archivio: mostre fotografiche, eventi, convegni, il canale Youtube di Luce-Cinecittà, i documentari in sala, tutte azioni in cui appare evidente come l’Archivio comunichi quotidianamente con il pubblico, raccontando per immagini storia e storie, con autorevolezza e creatività.
Diretto da Fabrizio Corallo che ne firma anche la sceneggiatura con Silvia Scola, è ricco di testimonianze e materiali d’archivio. Con Luca Argentero e Barbara Venturato
Dal 4 ottobre il film tornerà al cinema grazie al restauro in 4k realizzato da Paramount Pictures presso L’Immagine Ritrovata di Bologna, con il contributo di Luce Cinecittà e MiC
L’opera seconda della regista romana, co-prodotta e distribuita da Luce Cinecittà, arriverà a Novembre al cinema
Il Maestro dell'horror racconta la sua parte più in ombra nel film di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa. Domenica 8 settembre alle 23:10 su Rai 3