Esiste un luogo in cui da secoli, l’8 settembre miriadi di sciami di formiche volanti si ritrovano per accoppiarsi e subito dopo morire. Questo posto si trova in Italia, a pochi chilometri da Bologna, su una montagna che per via di questo fenomeno è stata chiamata Il monte delle formiche. La Chiesa ha letto in questo evento un fatto miracoloso, una sorta di omaggio alla Madonna, legando il nome del santuario, Santa Maria Formicarum, a quello delle formiche. Una storia antica – la montagna era già nota ai Celti e agli Etruschi – che viene ripercorsa da Riccardo Palladino nel suo secondo documentario, Il monte delle formiche, in concorso a Locarno nella sezione Cineasti del Presente. Il film intreccia le immagini di questo straordinario fenomeno naturale alla documentatissima letteratura che già dall’antichità lo analizzava e lo interpretava.
Grandi scrittori come Maurice Maeterlinck e l’entomologo Carlo Emery hanno studiato da vicino i piccoli insetti mettendo in relazione il regno delle formiche con il mondo degli uomini. Le loro parole si mescolano e si alternano mentre la macchina da presa si addentra, come pura osservatrice, nella natura. “Mi sono interessato a questo fenomeno per caso – spiega il regista – ne ho sentito parlare durante le riprese del mio primo film, che ho girato al lago di Brasimone, non molto distante dal Monte delle formiche. Appena ho potuto sono andato a vedere e mi sono sono trovato di fronte ad uno spettacolo incredibile, quasi soprannaturale. Ho iniziato a filmare subito e l’ho fatto per altri due anni. Quasi naturalmente, studiando i testi che si sono occupati di questo caso, il documentario è diventato un modo per riflettere sul senso della vita e quello della morte”.
Il volo nuziale delle formiche è dunque il punto di partenza per una serie di domande esistenziali e di considerazioni di più ampio respiro. Ci si interroga sulla perdita del concetto di eternità collettiva, sacrificata per la ricerca di quella individuale; sul concetto di sofferenza, comune forse ad ogni essere vivente, che porta ad un sentimento di vicinanza “per tutti quei fratelli o sorelle che ci sono parenti solo per il fatto di esistere”, un’idea di solidarietà che si avvicina a quella auspicata da Leopardi ne La ginestra, una sorta di testamento spirituale in cui il poeta esorta all’alleanza tra gli uomini e all’unione di tutte le specie nella comune consapevolezza che esiste un destino uguale per tutti.
Il racconto è inoltre scandito dalle attività quotidiane di un’anziana del luogo e dalle immagini del rituale religioso che ogni anno accompagna il misterioso volo. Nel parco davanti alla chiesa, infatti, le formiche vengono raccolte su enormi teli bianchi, benedette e distribuite ai fedeli dentro a sacchetti che, secondo la credenza, dovrebbero portare fortuna e guarire dai malanni. Elementi fondamentali nel film sono inoltre i suoni, quelli della natura a cui Palladino dà particolare rilievo: “volevo che l’immersione in questa realtà fosse totale, che restituisse almeno in parte l’esperienza che ho vissuto. Proprio per questo motivo il montaggio del sonoro è stata la parte più difficile, perché ho cercato di dare a tutto il film un ritmo che fosse quasi il respiro della natura”.
Il regista cinese si porta a casa il prestigioso riconoscimento con il suo Mrs. Fang, documentario sulla morte di un’anziana malata di Alzheimer. Miglior attrice Isabelle Huppert. Premio speciale della giuria a As Boas Maneiras di Juliana Rojas e Marco Dutra, mentre il Pardo per la miglior regia è stato vinto da F.J. Ossang per 9 Doigts
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Anche quest'anno la retrospettiva del Festival di Locarno ha procurato ai cinefili scoperte ed emozioni. Roberto Turigliatto e Rinaldo Censi, i due curatori, hanno proposto uno dei nomi più amati dai cinefili, Jacques Tourneur, mobilitando attorno a lui i nomi più esclusivi della critica internazionale, da Jean Douchet a Pierre Rissient, da Charles Tesson a Chris Fujiwara
Il regista di Su Re s’immerge nell’antica tradizione popolare della Sardegna con un film sulle surbiles, creature immaginarie la cui storia si perde nella notte dei tempi. Un documentario prodotto da Istituto Luce Cinecittà, che cura anche la distribuzione, con Luches srl