Il mistero di Lovecraft


Road to L.Non è il Blair Witch Project italiano, anche se molti lo pensano. “Le differenze in realtà sono molte”, spiega Federico Greco, autore insieme a Roberto Leggio del mockumentary horror Il mistero di Lovecraft (Road to L.). Il film, un progetto a lungo covato dai due registi, sta facendo il giro dei festival del settore: al Fantafestival ha vinto il Méliès d’argento e concorrerà al Méliès d’oro che sarà assegnato a Bruxelles nel 2006, intanto è stato selezionato in Corea, Spagna, Finlandia, Transilvania, Stati Uniti e Argentina.

Prodotto da Digital Desk e Minerva Pictures, e capace di ispirare anche un albo del fumetto Martin Mystère, sarà distribuito da Minerva in digitale a partire dalla notte di Halloween in una quindicina di sale sul territorio italiano ma è scaricabile anche online. “The Blair Witch Project – spiega Federico Greco – era un piccolo progetto trasformato in caso da una major, il nostro lavoro nasce da una ricerca specialistica e appassionata su H.P. Lovecraft, il padre di tutto l’horror moderno, antesignano di Stephen King e di tutti i film del terrore. Insomma lo considero un film alla Lovecraft più che un film su Lovecraft”.  

Nel documentario si racconta (o s’immagina) che venga ritrovato un prezioso manoscritto dello scrittore americano, il diario di un viaggio in Italia, e in particolare nel Polesine, avvenuto nel 1926 alla scoperta di tradizioni popolari che evocano mostri acquatici e misteriosi rituali ai limiti tra cristianesimo e sopravvivenze pagane. Lo scritto serve da spunto a una piccola troupe mal attrezzata e peggio assortita per intraprendere un percorso che da Venezia li porta nelle zone nebbiose del delta del Po, proprio nelle fauci del fiume (l’Innsmouth di uno dei racconti più importanti dell’autore degli Cthulhu Mythos). “I racconti di Lovecraft – chiarisce ancora Federico Greco, già autore di un memorabile documentario su Kubrick, Stanley and us) iniziano tutti con un’eredità, un manoscritto o una statuetta che costringono il protagonista a indagare su qualcosa che sarebbe meglio non scoprisse, perché al di là del velo di Maya della realtà c’è qualcosa che mette a repentaglio la nostra sanità mentale”. Niente di più appropriato nel caso di Lovecraft, i cui genitori morirono entrambi in manicomio lasciandolo in preda ai suoi fantasmi.

autore
24 Ottobre 2005

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