Il film di Vito Palmieri See you in Texas ha vinto il primo premio della 66esima edizione del festival tedesco dedicato al cinema emergente, l’International Film festival Mannheim-Heidelberg.
Tenutosi nella città tedesca tra il 9 e il 19 novembre, il festival ha selezionato in concorso due anni fa Mia madre di Nanni Moretti e l’anno scorso La pazza gioia di Paolo Virzì.
Il film, che ha vinto il Grand Newcomer Award di quest’anno, è stato prodotto dalla Ascent Film di Andrea Paris e Matteo Rovere ed è il primo lungometraggio di Vito Palmieri, che negli anni si è fatto notare in numerosi festival per i suoi cortometraggi (Tana libera tutti, Se ci dobbiamo andare, andiamoci, Anna bello sguardo, Matilde).
La storia è ambientata in Trentino, dove Silvia e Andrea, poco più che ventenni, vivono insieme e lavorano nella loro fattoria. Il sogno di Silvia, grande amante dei cavalli, è poter perfezionare la tecnica della monta western negli Stati Uniti. Ma quando si presenta l’occasione di volare in Texas per sei mesi per allenarsi in un ranch non sa decidersi: partire e concretizzare un sogno o rimanere con Andrea nel mondo di sempre? E Andrea, dal canto suo, riesce a lasciarla andare o cerca di trattenerla? Il film racconta il modo in cui il loro rapporto viene messo in discussione da questo dilemma.
Il film è stato definito dalla giuria del festival “un ritratto intimo e delicato di una giovane coppia contadina, divisa dalle loro ambizioni e i loro sogni. Un bell’esempio di rinascita del neorealismo”.
Il regista francese è stato insignito del Premio alla Carriera Laceno d’Oro. La premiazione avverrà durante la 49esima edizione del Laceno d’Oro International Film Festival, che si terrà ad Avellino dal 1° all’8 dicembre 2024
La regista riceverà il premio per La Chimera il 13 novembre, con la proiezione del suo nuovo cortometraggio Allégorie citadine e un incontro
La motivazione del riconoscimento: “è un approccio sorprendente, commovente e innovativo al tema molto delicato dell'adozione”
"Costruisce ponti fra culture, generazioni e popoli”, si legge nella motivazione del riconoscimento, che per la prima viene attribuito a un regista che “si muove tra il più sofisticato cinema d'autore e l'attenzione per il pubblico”