Il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani e il sottosegretario Vittorio Sgarbi interverranno alla cerimonia di chiusura della Mostra insieme al Presidente Carlo Azeglio Ciampi, in forse invece la presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La conferma è venuta dallo stesso Sgarbi che arriverà per primo al Lido il 6 e il 7 settembre per il convegno sulla comunicazione organizzato dalla Fondazione Cini e per la Settima Conferenza Euromediterranea sul cinema, promossa dall’Unesco.
Sgarbi ha deciso di sottolineare la sua assenza all’apertura della kermesse volando nelle Marche per raggiungere a Maiolati Spontini l’amico Gérard Depardieu in occasione della prima di Per Josephine ed stata anche l’occasione per lanciare qualche bordata sul Festival. “Venezia è una città morta. E non lo dico per caso. Noi diamo molti soldi a quel festival senza alcun ritorno. Da parte mia ci sono resistenze fortissime rispetto all’apparato generale del festival, ed in particolare nei confronti della Biennale e delle mostre di arti visive, che dimostrano segnali di inquietante decadenza”. E ancora Sgarbi sulle pagine della Repubblica si è lamentato per il trattamento avuto sia dal presidente della Biennale Baratta e dal direttore da Barbera: “Non hanno mai voluto parlarci. Abbiamo fatto di tutto per discutere con loro la nostra presenza. Ogni appuntamento è stato disdetto, cafonaggini inaccettabili”. Sempre nella stessa intervista il sottosegretario ai Beni culturali ha indicato gli esperti di cinema verso i quali va il suo sostegno: “I miei consulenti di cinema sono Tatti Sanguineti, Farinelli e Fabio Vanessa. Gente che stimo. Il colore politico non c’entra”.
E intanto è arrivata a Venezia Gabriella Carlucci, responsabile di Forza Italia per lo spettacolo. Tra le sue prime dichiarazioni: “Il governo vuole occuparsi di spettacolo con una legge quadro che includerà il settore del cinema. L’obiettivo è far rinascere l’industria italiana sostenuta fino ad oggi esclusivamente dallo Stato. Non è questione di destra o sinistra, se sei un bravo regista ti affermi. Lo Stato, in questo settore, deve tirarsi indietro”.
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