CANNES – Il film del giorno. La partenza in posizione favorita. Il film amato dalla presidente della giuria e che ha stordito di emozione il delegato generale. Di Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher la stampa scrive da settimane con spirito di attesa e accreditando aspettative per un possibile riconoscimento, cosa che usualmente gli autori non amano, fosse a titolo scaramantico.
Capofila sulla questione l’Hollywood Reporter che ha fatto una stima pubblica – e pubblicata – della classifica finale per il palmarès, considerando Lazzaro e Alice “la punta di diamante”. Però, senza improvvisarsi veggenti, naturalmente predisposti al miglior auspicio per tutto il cinema italiano sulla Croisette, nell’attesa di poter assistere alla visione pomeridiana, conoscere il reale consenso di critica e pubblico, tracciamo un piccolo profilo di Lazzaro Felice.
La trama. Una storia tra due stagioni, estate e inverno. Tra due spazi: campagna – quella di Civita di Bagnoregio – e città. Lazzaro, un contadino di nemmeno vent’anni, talmente buono da sembrare stupido; Tancredi, coetaneo ma viziato dalla sua immaginazione. La loro amicizia nasce sincera, ma tra maglie segrete e bugie. Luminosa è per Lazzaro questa amicizia, un rapporto che attraverserà intatto il tempo e le conseguenze dirompenti della fine di un grande inganno, portando il ragazzo nella città, gigante e desolata, alla ricerca di Tancredi.
Alice Rohrwacher, al terzo lungometraggio dopo Corpo celeste (Quinzaine des Réalizateurs, 2011) e Le meraviglie (Grand Prix Speciale della Giuria, 2014), torna sulla Croisette con quella che definisce: “la storia di una piccola santità senza miracoli, senza poteri o superpoteri, senza effetti speciali: la santità dello stare al mondo e di non pensare male di nessuno, ma semplicemente credere negli altri esseri umani. La possibilità della bontà, che gli uomini da sempre ignorano, ma che si ripresenta e li interroga come qualcosa che poteva essere e non abbiamo voluto”.
Se della storia conosciamo una traccia, della visione “solo” qualche sequenza ufficiale, non poco sembra raccontare la locandina, un’illustrazione a colori pastello, in cui la poesia della cromia rarefatta trasmette ed evoca una memoria cinematografica che riporta alla sua autrice stessa, ricordando Le meraviglie, ma anche Novecento di Bernardo Bertolucci e, in qualche modo per la dichiarata ispirazione d’ambiente, il più recente Chiamami col tuo nome.
Campeggia al centro della locandina la figura disegnata di Lazzaro, che nel film ha il corpo e l’interpretazione di Adriano Tardioli, esordiente sul grande schermo insieme a Luca Chikovani, già youtuber e musicista. Con loro, anche Alba Rohrwacher, Nicoletta Braschi e Natalino Balasso.
Prodotto dalla Tempesta di Carlo Cresto-Dina, accanto ad Alice Rohrwacher sin dal primo film, insieme a Rai Cinema, Lazzaro Felice è una coproduzione Italia-Francia-Svizzera-Germania con Amka Films Productions (CH), Ad Vitam Production (F) e Pola Pandora Filmproduktion (D). In Italia esce il 31 maggio.
Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.
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