Nel pieno delle celebrazioni dei sessant’anni de Il Gattopardo di Luchino Visconti, tra nuovi libri e riflessioni, Netflix non si fa cogliere impreparata e rimette mano al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pronto ad approdare nel nuovo millennio nella forma più adeguata ai tempi: una serie.
La serie Netflix de Il Gattopardo sarà uno degli eventi della prossima stagione televisiva e potrebbe arrivare nel 2024, le riprese partiranno a breve. Nel frattempo, il regista Thomas Otto Shankland ha compiuto i sopralluoghi nel trapanese, mentre Indiana Production e Moonage Pictures si sono occupate del casting per 2500 comparse tra i 18 e gli 80 anni. Una produzione ad ampio respiro e con grandi ambizioni. Cinque le sartorie coinvolte nella ricostruzione dei costumi originali, una troupe di 250 persone e 32 settimane di preproduzione. Ancora ignoto il budget, che “si vedrà su schermo”, dichiara Fabrizio Donvito di Indiana Production.
Il Gattopardo, il cast
La produzione Netflix unirà cast tecnici e artistici sia statunitensi che italiani. Thomas Shankland dirigerà gli episodi 1, 2, 3 e 6, mentre Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti il quarto e il quinto. Le puntate della serie dovrebbero durare intorno ai 50 minuti.
La serie de Il Gattopardo avrà tra i protagonisti Kim Rossi Stuart, nella parte di Don Fabrizio, nel film interpretato da Burt Lancaster. Saul Nanni sarà invece Tancredi, per cui Visconti scelse Alain Delon, mentre Deva Cassel vestirà i panni che furono di Claudia Cardinale, Angelica. Nel cast anche Greta Esposito, giovane attrice già apparsa nella serie di successo Mare Fuori. Al centro della serie troveremo però Benedetta Porcaroli, scelta per interpretare Concetta, la nuova protagonista de Il Gattopardo.
Il primo elemento che distingue la serie de Il Gattopardo, sia dal libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che dal film, è proprio il personaggio interpretato da Benedetta Porcaroli. La giovane attrice romana, già protagonista di una delle prime produzioni Netflix Italia, Baby, interpreterà Concetta, personaggio che la serie mette al centro degli eventi e trasforma a sorpresa in protagonista.
La serie infatti rilegge il romanzo attraverso filtri e tematiche più vicine alla sensibilità contemporanea, con particolare attenzione ai messaggi di lotta al patriarcato, già in seno all’opera secondo la produzione.
Tinny Andreatta, vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix, ha spiegato infatti che Il Gattopardo è solo “a prima vista un dramma che racconta, come dice il principe di Salina, la condizione universale di chi appartiene ‘a una generazione disgraziata, a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due'”. Tuttavia, prosegue Andreatta, “è anche la vicenda intima che lega il grande patriarca di questa famiglia e la sua amata figlia. Una storia attuale pur essendo stata scritta quasi 70 anni fa. Nell’anima di questo lavoro c’è un’umanità e un’universalità straordinarie, un’identità specifica e autentica che, proprio perché unica, può arrivare a tutti”.
Fabrizio Donvito, founder di Indiana Production, ha chiarito che la serie de Il Gattopardo è comunque “un percorso di salvaguardia dell’opera letteraria”. Punto di partenza è infatti il libro, i cui personaggi e temi “possono essere esaltati in un racconto di lungo respiro”.
Tre i consulenti chiamati a seguire la produzione: “Uno religioso, uno storico e uno dell’etichetta”. La consulenza ha seguito a stretto contatto il lavoro degli sceneggiatori, Richard Warlow (The Serpent) e Benji Walters, assicurandosi una corretta interpretazione del testo, anche nelle sue possibili riletture.
“Vogliamo gettare uno sguardo moderno su questa storia del passato”, ha dichiarato Shankland. “Come tutti i classici, Il Gattopardo è adattabile ad ogni nuova generazione e abbiamo l’opportunità di fare una serie che sia per un pubblico italiano e internazionale, perché i temi sono universali. La voce di Tomasi di Lampedusa, d’altronde, è moderna, ironica, sensuale e psicologica: possiamo fare un nuovo Gattopardo per i nostri tempi”.
“Torniamo a uno dei romanzi più importanti del nostro Novecento, un racconto epico e insieme una saga intima, ambientato nella bellezza opulenta della Sicilia della seconda metà dell’Ottocento tra palazzi barocchi e i colori contrastati di una terra arsa dal sole”, ha dichiarato Tinny Andreatta.
I sopralluoghi per la serie de Il Gattopardo si sono svolti in tutta la Sicilia. Il regista Thomas Shankland è figlio di un insegnante di italiano con una spiccata passione per il testo di Tomasi di Lampedusa e infatti, riferisce il The Hollywood Reporter Roma, da bambino era già stato più volte sui luoghi del romanzo. “Il libro e il film sono stati fondamentali per gran parte della mia vita, ma soprattutto è stata importante la Sicilia: ci sono stato molte volte grazie a mio padre”. Una passione e una conoscenza che sarà di certo utili alla ricostruzione Netflix. Lo scorso capodanno, Shankland si è recato a Palermo in visita a Palazzo Comitini, dove è rimasto quattro giorni.
Tra le prime location confermate per la serie de Il Gattopardo troviamo San Vito Lo Capo a Trapani, già apparso numerose volte tra cinema e tv, come in Nuovomondo di Emanuele Crialese e in un episodio de Il commissario Montalbano.
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