Il ‘Festaval’ di Müller parla americano e non torinese

Un mix di Festa e Festival è questo l’orizzonte prossimo indicato dal direttore:“Una festa mobile che si svolgerà dopo l’American Film Market". Sempre più a ridosso del Festival di Torino


D’ora in poi si chiamerà ‘Festaval del film di Roma’, mix di Festa e Festival. La direzione verso cui si muove il direttore Marco Müller è tracciata, resta solo ai soci fondatori, al CdA della Fondazione Cinema per Roma il compito di ratificarla. E ai produttori e distributori americani quello di fornire i titoli, in prima mondiale o in prima europea, per il grande pubblico, come è accaduto quest’anno con Hunger Games, Her, Out of the Furnace e Dallas Buyers Club. “Una festa mobile che si svolgerà dopo l’American Film Market, la cui data dipende a sua volta dal Thanksgiving Day”, afferma Müller.

E il ‘Festaval’ prevede allora, secondo il direttore, uno slittamento verso la seconda metà di novembre. Quest’anno il periodo migliore sarebbe stato, diciamo noi, tra il 14 novembre, il giorno dopo l’AFM e il 27 novembre il giorno prima della Festa del ringraziamento, prevista ogni quarto giovedì di novembre.

Evidente la coincidenza con il Festival di Torino, che ne uscirebbe ancora una volta penalizzato, memori delle passate polemiche, quando il Festival di Roma slittò a novembre. E Müller anticipa inoltre che il verdetto della giuria di questa edizione “dà ragione a questo mix di Festa e Festival e consentirà di aprire alcune porte rimaste chiuse”.

Il direttore è convinto che i produttori statunitensi vedrebbero Roma come un luogo dove testare con il pubblico la validità del loro film; che alcuni titoli passati a Toronto potrebbero trovare qui una prima continentale così come quei film in uscita alla fine dell’anno e non destinati al Sundance o alla Berlinale. E Müller dice di aver incassato la soddisfazione di Jon Kilik, produttore di Hunger Games: la ragazza di fuoco, per l’affollata accoglienza romana, “abbiamo capito dove porteranno il prossimo terzo episodio di questa saga”.
Insomma Roma come la piattaforma ideale per l’anteprima europea. E Paolo Ferrari aggiunge che l’Auditorium dispone della sala di Santa Cecilia che con i suoi oltre 2000 posti è una tra le più grandi della Capitale. E Müller aggiunge che proprio in questo luogo potrebbe svolgersi la premiazione finale degli European Film Award (EFA) 2014.

A Lamberto Mancini, DG di Fondazione per Roma, rimane il compito di elencare i numeri, tutti di segno positivo, dell’8a edizione, a cominciare dai 60mila biglietti venduti (+20%) e dalle oltre 150mila presenze stimate in 10 giorni, con il 70% calcolato di occupazione sale e con 5.500 accreditati (+20% studenti). Confermata infine la sinergia con il MAXXI.

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16 Novembre 2013

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