“Non seguo più il cinema, sono rimasto a Marlon Brando. Ho sempre desiderato fare un film con lui. Sarei disposto anche soltanto a portargli la colazione in un film pronunciando la classica battuta “il signore è servito””.
A parlare è Alain Delon, interprete di quasi cento film, dal 1970 anche produttore, dal ’76 sceneggiatoree negli anni Ottanta persino regista (Pour la peau d’un flic, ’81, Le battant, ’83). Nonostante risulti una sua misteriosa partecipazione quest’anno al film Les Acteurs di Bertrand Blier, al fianco di Michel Piccoli, Jean-Paul Belmondo e Gérard Depardieu, Alain Delon conferma il suo disamore per il cinema di oggi.
L’attore francese è a Roma per la presentazione del restauro del film La prima notte di quiete di Valerio Zurlini, dodicesimo film tornato agli antichi splendori a opera della Philip Morris Progetto Cinema, in collaborazione con la Titanus (direttore del restauro, Giuseppe Rotunno), e primo a colori. Visibilmente commosso alla visione di alcune immagini del film girato da Zurlini nel ’72, Delon – che ha lavorato molto in Italia anche con Antonioni e Visconti – si dice felice soprattutto di aver ritrovato il produttore Goffredo Lombardo.
Insomma, è vero che odia il cinema attuale?
Il cinema di oggi non mi interessa, preferisco rimanere con i miei ricordi e i miei amici, quasi tutti scomparsi, purtroppo. Il cinema sta per morire, a vantaggio della televisione. Il quinto potere, nel terzo millennio, ha occupato tutto. Si fanno solo film per la tv. E sono diversi da quelli per il cinema, realizzati frettolosamente, senza attenzione all’intreccio. Ma anche per il grande schermo si usano soltanto effetti speciali, non ci sono più le storie realiste di un tempo. Ben presto rimarrà solo il cinema americano. Noi spariremo.
Non le dispiace non recitare più, magari per continuare a trasmettere qualcosa alle generazioni future?
Non ho la pretesa di trasmettere qualcosa. E poi le generazioni di oggi sono diverse dalla mia. La gente cambia. Bisogna vivere il proprio tempo, la propria generazione. Io appartengo al passato, come certi stupendi film.
Si è parlato molto dei suoi difficili e burrascosi rapporti con Zurlini.
Francamente non mi ricordo. Ogni film è difficile per i rapporti con i registi, si tratta di confronti tra personalità forti. Noi attori non siamo come gli altri, abbiamo una sensibilità estrema. Non si può girare un film con gente come Gassman, Mastroianni o me senza che si creino delle difficoltà, dei rapporti di amore, di passione. Ma quello che conta è il percorso che si fa insieme. Il risultato è il film. E La prima notte di quiete è un capolavoro.
L’ha turbatarivedere alcune immagini del film?
Mi ha fatto molto male. Questi sono momenti che contano nella vita di un uomo e di un attore. Questo film ha contato molto nella mia vita, come anche L’eclisse, Rocco e i suoi fratelli, Il gattopardo. La mia vita e la mia carriera sono iniziate in Italia, quarant’anni fa. Le basi sono importanti. Senza di loro, crolla tutto.
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