CANNES – Dal 2001 Jia Zhang-Ke ha viaggiato per la Cina con una piccola troupe e con la moglie, l’attrice Zhao Tao, che ha recitato in tutti i suoi film da Platform (2000) a questo Caught by the Tides, in concorso al 77° Festival di Cannes. “Filmavo le persone e i luoghi in modo improvvisato e senza uno scopo preciso – racconta il regista, che ha vinto il Leone d’oro a Venezia nel 2006 con Still Life – eravamo agli inizi del digitale e abbiamo collezionato ore e ore di riprese in cui inserivo anche la presenza di Zhao Tao. Venti anni dopo, durante la pandemia, ci siamo messi al montaggio per capire cosa fare di questo immenso materiale”.
Ne esce un’esplorazione approfondita e puntuale della Cina in rapida trasformazione con alcune delle ossessioni del cineasta, come la demolizione di intere aree lungo il fiume Azzurro, un evento epocale già raccontato in altri suoi lavori, o il passaggio verso il capitalismo e la modernizzazione. In questo nuovo film, che in Italia uscirà con la Tucker, ci troviamo in un territorio di mezzo dove le vestigia della Cina Comunista solo sempre ancora presenti, come il grande ritratto di Mao ormai rovinato dal tempo e dagli eventi che sta appoggiato a una parete in una Casa del Popolo recuperata dove oggi i minatori si ritrovano per giocare a morra e ascoltare brani d’opera cantati da giovani donne che pagano per esibirsi.
Zhao Tao, musa del regista, famosa anche in Italia dove ha vinto un David di Donatello per la sua interpretazione di Io sono Li di Andrea Segre, parla del metodo di lavoro: “All’inizio non capivo cosa dovessi fare e chi fosse il mio personaggio Qiao Qiao. Poi, piano piano, ha preso forma, è una donna che lavora in un supermercato, vive quasi in reclusione, attorniata dalle merci e dai clienti, cerca di nascondere le sue emozioni che esplodono solo alla fine del film in un grido molto particolare”.
Per il 53enne Jia Zhang-Ke, anche attore in Black Dog di Guan Hu, a Cannes in Un Certain Regard, Caught by the Tides non è un documentario ma un film di finzione vero e proprio anche se costruito con pezzi di vita reale. Come sempre nel suo cinema alla ricerca sulla società cinese si affianca una vena sentimentale, un senso di perdita, qui poi tutto viene travolto dall’irrompere del Covid. Per Jia Zhang-Ke questo è “un film artigianale che paragono a un lavoro a maglia oppure alla costruzione di un muro con i mattoni”.
Il regista brasiliano torna a girare nel suo paese e presenta a Cannes 77 la storia di un triangolo amoroso ambientata in un Motel
Il film è spirato da uno dei fatti di cronaca francese più importanti degli ultimi anni
Il film è stato pensato come un tenero romanzo iniziatico per lo spettatore. Un'esperienza sensoriale, collettiva e unica
Il film indiano All We Imagine as Light, vincitore del Gran Prix a Cannes 2024, fa parte del lungo elenco dei TFL FILM