Esiliati e cacciati dalla loro terra e dal loro re, un gruppo di impavidi vichinghi approda in terra scozzese, con l’intento di saccheggiare e mettere a fuoco il territorio. Guidati dal coraggioso Asbjorn (Tom Hopper, già nei panni di Parsifal in Merlin – The new adventures), gli statuari guerrieri hanno una missione pericolosa da compiere: depredare i monasteri dei preziosi tesori che custodiscono, per poter comprare la loro libertò. Intrappolato dietro la linea nemica, hanno una sola possibilità di sopravvivenza, raggiungere l’accampamento vichingo di Danelaw, lungo il cammino per il quale incontrano la volitiva Lady Inghean (Charlie Murphy), figlia del re Dunchaid.
Film d’avventura e azione vecchio stampo, I Vichinghi (Northmen: a Viking Saga) dello svizzero Claudio Fah, ricorda i classici di intrattenimento degli anni 80 e 90, da Robin Hood – Il principe dei ladri con Kevin Costner a Highlander, senza dimenticare un po’ di Indiana Jones. Non ci sono pretese intellettualistiche né di particolare attinenza alla verità storica, come avviene invece, ad esempio, nella serie tv canadese Vikings, più attenta alla ricostruzione. Piuttosto, il gruppo di protagonisti sembra uscito da un party ideale di un gioco di ruolo: c’è il leader belloccio e abile con la spada, l’arciere preciso e letale, il monaco cristiano (acquisito lungo il cammino) che combatte con la lancia e ha doti di guaritore, una maga-indovina, un ladro antipatico ma precisissimo con i coltelli, e un colosso con l’ascia che quando vede avanzare l’esercito nemico cade in preda alla celebre possessione del ‘berserker’, che lo rende una macchina omicida incapace di arrestarsi fino alla morte. E’ un cinema che si muove su coordinate classiche, concentrate in 98 minuti di intrattenimento ben costruito, e funziona sempre molto bene, anche se oggi il pubblico, anche quello di blockbuster, sembra aver dimenticato il gusto per l’avventura semplice e predilige derive intellettualistiche che lo rassicurino sulla propria intelligenza (vedasi la fanta-filosofia di Christopher Nolan).
Sembra un film hollywoodiano ma non lo è: è una coproduzione Svizzera, Germania, Sudafrica. Tra gli interpreti c’è anche Johan Hegg, frontman della death metal svedese Amon Amarth, la cui presenza è sottolineata anche da certe note heavy nella colonna sonora. “Valli è un grandissimo e valoroso combattente – dice il cantante/attore del suo personaggio – ha un legame fortissimo con Bjorn, suo fratello minore, e non sa se potrà mai fidarsi del nuovo capo Asbjorn. Ha seguito suo padre fino alla morte e osserva il nuovo capo con un certo scetticismo. Ne ha viste tante e per questo il suo viso è segnato da profonde cicatrici”. Gli scenari scozzesi sono stati ricostruiti con grande efficacia al Capo di Buona Speranza e, anche se la trama che il film racconta è inventata, molti sono i riferimenti alla vera storia dei Vichinghi, e in particolare al periodo storico in cui è ambientata l’azione. I Vichinghi storici arrivarono in Scozia l’8 giugno dell’anno 793 e saccheggiarono il monastero di Lindisfarne, seminando morte e distruzione prima di sparire nel nord-est della Gran Bretagna. Continuarono quindi a compiere razzie nel nord della Scozia e fino all’XII secolo rappresentarono per gli abitanti delle Highlands una reale minaccia. Il film sarà in sala con Eagle Pictures dal 27 novembre.
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