VENEZIA – De Palma di Noah Baumbach e Jake Paltrow è una lunga e appassionante intervista al regista de Gli intoccabili che oggi ha ricevuto al Lido il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2015. Il cineasta americano, nato nel 1940, affida al documentario, con ironia e lucidità, un lungo racconto sulla sua filmografia, sull’esperienza negli anni ’70 della New Hollywood, di cui è considerato tra i fondatori, sul suo modo di girare, sui suoi maestri (specie Alfred Hitchcock) e soprattutto sul suo rapporto con gli studios. Alle sue parole fanno da contrappunto le immagini dei film di cui parla in poco meno di due ore di flusso ininterrotto. Per lui ”fare film è un po’ come tenere traccia di tutti i compromessi che hai accettato nel corso della tua vita, dei tuoi fallimenti, così come di quelle volte hai scelto di fare una cosa che non avresti dovuto fare, semplicemente per pigrizia”. Non mancano le rivelazioni: ”Lavorare con Orson Welles – confessa – fu un problema perché non aveva memoria. Arrivava sul set senza imparare le battute”.
Tra le sue convinzioni c’è quella che il picco creativo di un regista sia tra i 30 e i 50 anni. Dopo tenderà a fare sempre gli stessi film. E’ stato così anche per Hitchcock. “I suoi ultimi lavori non sono all’altezza di La donna che visse due volte e Psycho”.
Un rapporto lungo quello che unisce la Mostra del Cinema a De Palma: sono ben sette i film che questo autore ha presentato a Venezia a partire dal 1975 quando venne qui con Le due sorelle, un film nato dall’immagine di due sorelle siamesi. Poi ci sono stati Blow Out con John Travolta (1981), The Untouchables (1987), Doppia personalità (1992), Black Dahlia (2006), Redacted (Leone d’Argento 2007) e Passion (2012).
Il film di Anna Rose Helmer, realizzato nella 3a edizione 2014-15 di Biennale College-Cinema, vince lo Spirit Indipendent Award come miglior regista emergente
Fino al 5 dicembre cinque titoli italiani dell'ultima Mostra circoleranno nelle città brasiliane, tra cui Sao Paulo e Rio de Janeiro, tra questi anche Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, vincitore della Coppa Volpi per l'interpretazione di Valeria Golino
Il cda della Biennale ha prorogato il direttore della Mostra del cinema di Venezia grazie alla nuova normativa introdotta in estate
Il delegato generale della Settimana della Critica, a fine mandato, analizza lo stato di salute del nostro cinema in un'intervista al sito Quinlan. "Il cinema italiano è malato, malato di qualcosa che non lascia sviluppare quei talenti – che a questo punto non so nemmeno più se ci siano – che vogliono rischiare con dei film più coraggiosi. Penso che chi ha le idee si diriga verso altre forme, verso le web series ad esempio, e il cinema d’autore soffra un po’ dei soliti dilemmi". A breve il Sindacato nazionale critici cinematografici indicherà il nuovo delegato generale