“Trasmetto questo messaggio a chi mi seguirà”. Giorgio Napolitano al suo ultimo incontro con il mondo del cinema, e della cultura, rinnova il suo amore, corrisposto, e fa una promessa a nome del suo successore. “Cinema, teatro, arte e letture, per una vicinanza e simpatia personali, sono state tra le maggiori gratificazioni di una vita intensa”, ha detto il presidente della Repubblica durante la cerimonia per la consegna dei Premi Vittorio De Sica 2012 e delle Maschere del teatro italiano. “Ho sempre fatto uno sforzo per porre all’attenzione della politica i temi dello spettacolo anche negli aspetti di finanziamento e legislativi, pur di competenza del Parlamento. E i miei appelli sono stati ascoltati. È necessaria una diffusa consapevolezza nella società e nelle istituzioni dell’importanza decisiva per l’Italia del suo patrimonio storico, paesaggistico, artistico. Se si sviluppa questa consapevolezza, il resto può venire da sé. Se nelle scelte delle famiglie si lascia più spazio alla cultura e allo spettacolo, come sta già accadendo in questi tempi di crisi, la società italiana ne uscirà migliore, più civile e responsabile”.
Parole che Napolitano ha rivolto in particolare ai premiati e a Gian Luigi Rondi, che gli ha consegnato, insieme con Manuel De Sica, una medaglia con l’effigie del grande Vittorio scolpita da Pericle Fazzini come ringraziamento per l’impegno profuso durante la sua presidenza. Una notazione se si vuole malinconica, ma i premi di quest’anno cercano di guardare anche al futuro sottolineando il contributo dei giovani. Specie con il sorprendente riconoscimento andato ai due giovanissimi interpreti del film di Leonardo Di Costanzo L’intervallo, Alessio Gallo e Francesca Riso. Due ragazzi napoletani che si sono calati nella favola intensa e amara di due adolescenti prigionieri della camorra e incapaci di uscirne, nonostante il loro tentativo di ribellione. Un film anche civile, come pure La città ideale opera prima dell’attore dei Cento passi Luigi Lo Cascio, che ha esordito nella regia con un’opera che ha la giusta ambizione di proseguire il discorso del cinema politico italiano. Ma l’interprete siciliano ha avuto un doppio riconoscimento, oltre al De Sica anche quello per la versione teatrale di Diceria dell’untore di Bufalino. Lo Cascio, nel discorso che ha rivolto al presidente della Repubblica, ha ribadito la necessità del sostegno pubblico agli artisti, che specialmente in tempi di crisi devono rendere la propria arte indispensabile. “Solo se l’artista riuscirà ad arrivare alla mente e al cuore delle persone, si potrà evitare quella diffidenza che oggi, in alcuni contesti, siamo costretti a subire”.
Gli altri Premi De Sica sono andati a Lino Capolicchio, attore e regista, a Paola Cortellesi, al musicista Ludovico Einaudi, al regista Emidio Greco, ai produttori Luciano e Sergio Martino, al direttore della fotografia Peppino Rotunno. Il ministro Lorenzo Ornaghi ha ricordato i recenti consensi internazionali per il nostro cinema con l’Orso d’oro a Cesare deve morire dei Taviani e il premio a Cannes per Reality di Matteo Garrone. “Se i risultati in sala sono meno confortanti per la flessione delle presenze, comprensibile in tempi di ridotti consumi, è ancor più necessaria la difesa del Fus, anche alla luce della minore spesa degli enti locali. La cultura, oltre a svelare il sentire profondo di una comunità, aiuta a orientare i cambiamenti e il cinema esprime lo spirito della società con positive conseguenze anche sull’economia”, ha detto il ministro dei Beni culturali. Citando il recente riconoscimento dello statuto di piccole e medie imprese per le piccole società cinematografiche e il rinnovo delle agevolazioni fiscali a tutto il 2013, oltre a ribadire la necessità di obblighi più stringenti per le televisioni. Altra iniziativa sottolineata dal ministro Ornaghi è Italia in Luce che potenzia attività congiunte di vari ministeri a favore del cinema italiano all’estero attraverso Istituto Luce Cinecittà .
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