Che cosa pensa un produttore giovane dell’attuale situazione dei finanziamenti al cinema italiano?
Quello che penso è che in Italia tutte le industrie, tutte senza eccezione, dall’automobilismo all’acciaio, sono finanziate dallo Stato. Per il solo settore siderurgico gli ultimi finanziamenti ammontavano a seicento miliardi. Come le industrie, così le arti: l’opera e il teatro italiano senza finanziamenti pubblici sarebbero già morti. Stesso discorso vale per l’editoria, la letteratura e soprattutto i quotidiani, che senza l’aiuto dello Stato avrebbero già da tempo portato il prezzo a 6.000 lire a copia. E quindi, perché soltanto per il cinema si deve fare tanto scandalo, per una manciata di miliardi in cinque anni, miliardi in parte già restituiti dai produttori interessati e che sono stati investiti per dar vita, a volte, ad alcune delle opere migliori di tutto il cinema italiano? Se il governo italiano deve fare economia, che cominci dall’industria bellica, dagli 80 miliardi appena spesi per comprare missili aria-aria, e non dal cinema. Poi, è chiaro che si può discutere se questo sistema non possa essere migliorato, ma questo riguarda il funzionamento dell’economia di tutto il Paese.
Dunque, quello dei finanziamenti al cinema italiano è un meccanismo che funziona?
Il meccanismo in qualche modo funziona, sì. Certo, sarebbe meglio un sistema di tax shelter, come è stato fatto con risultati eccellenti in Canada e in Germania. Come accade in Italia sullo schema della legge Tremonti per le imprese del Sud: se fossero detassati gli utili reinvestiti nel settore cinematografico, come è stato fatto in quei Paesi, allora sì che assisteremmo a un vero e proprio boom. Quello che si fa oggi in Italia è insufficiente, anche perché si tratta di aiuti alla produzione che non sono di per sé sufficienti a innescare una vera e propria inversione di tendenza. Tra l’altro, la nuova legge sul cinema italiano, come le nuove legislazioni francesi e tedesche, non fa altro che recepire nel nostro Paese precise direttive dell’Unione Europea, per cui tutti gli Stati membri hanno dovuto adottare dei provvedimenti in questo campo. Qualcosa, comunque, il sistema attualmente vigente ha prodotto e dunque non può essere semplicemente distrutto e sostituito con il nulla: bisognerebbe trovare una soluzione migliore, e secondo me il tax shelter è senza dubbio la migliore. Anche se, come ha detto Lucisano, non sarebbe male se a volte si finanziassero anche dei film di interesse commerciale nazionale…
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