“Alberto Sordi era geniale, ma ripeteva sempre lo stesso tipo umano. Nino no. Nino ogni volta si mette alla prova, rischia, sperimenta, si sfida… Nino è stato l’uomo dai mille volti: ma senza il ‘fregolismo’ di tanti attori, presi dal bisogno ossessivo-compulsivo di esibire la propria abilità nel cambiare incessantemente identità”. Così il critico Gianni Canova, una delle tante testimonianze che accompagnano la mostra fotografica e multimediale ‘NINO!’, nel decennale della scomparsa dell’attore Nino Manfredi, ospitata a Palazzo Braschi di Roma dal 13 novembre al 6 gennaio (aperta dal martedì alla domenica 10/20.00) e inaugurata dalla moglie Erminia Manfredi che ha messo a disposizione l’archivio privato della famiglia.
Una carriera multiforme quella di Manfredi: attore, oltre 110 titoli tra cinema e tv, doppiatore di Robert Mitchum e Gérard Philippe, soggettista e sceneggiatore (13 titoli accreditati), regista di Per grazia ricevuta e Nudo di donna, autore di commedie teatrali e cantante. “Direi che Nino era un ‘artigiano’, innamorato del suo lavoro per il grande impegno che metteva in tutto quello che faceva: dal varietà al teatro, dal doppiaggio al cinema, dalla televisione alla canzone, fino alla pubblicità, tutto era frutto di studio e preparazione. Nino era un ‘ricercatore’ della recitazione”, dice il figlio Luca.
Dopo la tappa hollywoodiana, il concerto jazz di Roberto Gatto, la giornata speciale di Castro di Volsci paese natale dell’attore, e la proiezione alla Mostra di Venezia della copia restaurata, di L’avventura di un soldato, continua la manifestazione “Nino!-Omaggio a Nino Manfredi”, con un’esposizione il cui obiettivo, per volontà delle curatrici Camilla Benvenuti e Sarah Masten, è la riscoperta di uno dei quattro colonnelli della commedia all’italiana.
Una mostra suddivisa in vari capitoli, ad ognuno dei quali è affidato il compito di raccontare una delle tante sfaccettature di questo intramontabile artista: La Roma che ha raccontato, Geppetto e gli altri vecchi, Pasquino, Rugantino, L’artista, I mille volti.
L’esposizione presenta anche il documentario inedito, realizzato da Willy Colombini durante la tournée americana dello storico Rugantino del 1964; il documentario 80 anni d’attore, firmato da Luca Manfredi; un Super8 originale dell’epoca girato a casa Manfredi; una canzone inedita registrata da Nino pochi anni prima di morire, ‘Non lasciare Roma’; infine circa 100 stampe fotografiche e tre ricostruzioni scenografiche.
Un viaggio nella sua intensa carriera arricchito dalle testimonianze di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo come Enrico Brignano, Ornella Vanoni, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Pietro Abate e Alberto Panza insieme a quelle dei figli Roberta e Luca.
“Nino è la nostra anima, le nostre risate, malgrado tutto… è l’amaro sarcasmo dei nostri giorni difficili ed è l’ironia che ci contraddistingue e che ancora ci salva. Nino è la commedia e il dramma. Nino è la vicenda di tanti italiani; una vicenda che vogliamo condividere qui, ancora”, ricorda l’attore e regista Alessandro Benvenuti.
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