I film di Rai Cinema a Cannes

Mia madre, Il racconto dei racconti, The Other Side sono coprodotti dalla società, mentre Sicario di Denis Villeneuve sarà distribuito in Italia da 01


Rai Cinema parteciperà al 68° Festival di Cannes con due film italiani in concorso e un documentario nella sezione Un Certain Regard. Si tratta de Il racconto dei racconti (Tales of Tales) di Matteo Garrone, una produzione Archimede e Le Pacte con Rai Cinema e Recorded Pictures; Mia madre di Nanni Moretti, una produzione Sacher Film, Fandango con Rai Cinema; e Louisiana (The Other Side) di Roberto Minervini, una produzione Agat Films & Cie, Okta Film con Rai Cinema in Un Certain Regard. Inoltre la società distribuirà in Italia Sicario di Denis Villeneuve, in concorso.

“Con due film in concorso di due autori che il pubblico internazionale ha imparato a stimare e ad amare, e un film documentario in Un Certain Regard di un giovane regista dall’impronta molto originale, Rai Cinema si presenta al Festival di Cannes con opere di grande qualità e forte personalità artistica – dice l’AD Paolo Del Brocco – Mentre Matteo Garrone segue la sua ispirazione fantastica per un lavoro di rara potenza visiva, un regista affermato come Nanni Moretti torna al Festival di Cannes con un film intimo e rigoroso ad alta intensità emotiva. Due autori del nostro cinema migliore capaci di confrontarsi e affermarsi con i più grandi registi del mondo. Molto personale, inoltre, il percorso artistico di Roberto Minervini che con il suo nuovo film documentario continua il viaggio nel cuore dell’America per osservarne le contraddizioni e cercare di comprenderle. Per il cinema italiano è un momento di particolare vivacità e capacità creativa e la selezione di tre dei nostri autori migliori in un Festival così prestigioso come quello di Cannes ne è la dimostrazione e allo stesso tempo l’incentivo a fare sempre meglio scegliendo strade originali. In particolare per Rai Cinema che presenta ben due dei film italiani in concorso, è la conferma della bontà delle scelte editoriali al fianco del miglior cinema italiano”.  

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16 Aprile 2015

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Le Figaro riflette sulla delusione italiana a Cannes

Il quotidiano francese dedica un articolo al disappunto degli italiani per il mancato premio al festival: "Forse è mancata una lobby organizzata"

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Italian Pavilion, dove il nostro cinema parlava (anche) straniero

"Dà l'idea di un Paese che funziona". "L'ulteriore dimostrazione che l'unione delle forze può veramente andare incontro alle esigenze di ogni categoria del cinema italiano".Sono solo alcuni dei commenti sul nuovo spazio del cinema italiano a Cannes, per la prima volta allestito nell'Hotel Majestic, con una terrazza che affacciava sulla Montée des Marches, due sale per le attività professionali e l'ormai famoso ingresso con il tunnel caleidoscopico. E' stato visitato da circa 3mila persone, di cui oltre il 50% stranieri. Sul finale, presente anche il ministro Franceschini."Tutto ciò è stato realizzato con una spesa leggermente superiore a quella che sostenevamo gli anni scorsi per avere il solo spazio sulla spiaggia nel Village International", spiega Giancarlo Di Gregorio

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L’era Pierre Lescure al Festival di Cannes

Roberto Cicutto, amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà, commenta il contestato palmarès di questa edizione del festival. "Sulle decisioni delle giurie è inutile soffermarci. Si può condividerle o meno ma pretendere di sapere come dovrebbero comportarsi e' da ingenui. Dobbiamo essere soddisfatti che nell’edizione appena finita il cinema italiano e in generale l’industria audiovisiva si è presentata più compatta, con nuovi strumenti per la promozione e l’attrazione di investimenti e soprattutto con un’offerta di film pieni di talento e molto diversi tra loro. Vorrei però segnalare alcuni cambiamenti significativi nel DNA del Festival più importante del mondo"

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I film italiani mai presi in considerazione per i premi

Rossy De Palma si lascia andare a qualche confidenza sul lavoro dei giurati: "Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma volevamo premiare la novità di linguaggio"


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