I fantasmi di Rúnar Rúnarsson ad Alice

Ad Alice nella città e in sala con Movies Inspired, 'When the light breaks', del raffinato regista islandese Rúnar Rúnarsson, tra fantasmi e amori clandestini


Una storia dolce e insieme amara, ben girata, sulle “zone grigie” di noi stessi, le parti dell’anima in cui si scontrano le emozioni opposte. E’ quella raccontata in When the light breaks, del raffinato regista islandese Rúnar Rúnarsson, un film che ruota sì attorno al classico topos narrativo del triangolo sentimentale, ma declinato in maniera inattesa. Nato da una coproduzione islandese, olandese, croata e francese, e distribuito da Movies Inspired, è stato presentato, dopo Cannes, alla 19esima edizione del Festival del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città.

Che Rúnarsson sia un regista di un certo spessore lo si capisce già dalla voluta “dissonanza” della prima scena. Seduta in riva al mare davanti alla luce stanca di un tramonto estivo, Una, giovanissima studentessa di arte, inquadrata di spalle, si scambia parole d’amore con il compagno di scuola Diddi. Lo spettatore si fa l’idea che a guardare Una attraverso la telecamera sia lo stesso Diddi. Quando però l’inquadratura si allarga, si scopre che il ragazzo, in realtà, si trova in un punto diverso da quello immaginato. Gli sguardi in gioco non sono così due ma tre. L’episodio ha infatti un femminile convitato di pietra: Klara, la ragazza ufficiale di Diddi. Il ragazzo ha appena promesso a Una che la lascerà.

Il destino, tuttavia, ha piani diversi. Proprio durante il viaggio intrapreso per chiudere il suo rapporto a distanza con Klara, Diddi e la sua auto vengono investiti dalla terribile ondata di fuoco che si è sprigionata in un tunnel e il ragazzo muore. Quella di Diddi, a questo punto, diventa una presenza nell’assenza. Perché il ragazzo non c’è più, è vero, ma nei pensieri di Una e di Klara non potrebbe essere più presente. Quello di When the light breaks, è insomma un triangolo fatto da due ragazze e un fantasma. E come si sa, spesso i fantasmi perseguitano i vivi.

Rúnarsson ci guida così, attraverso gli occhi di Una (la promettente Elìn Hall), nel disperato labirinto di emozioni di una ragazza che soffre per la scomparsa della persona amata ma è costretta a nascondere il proprio dolore. “E’ me che gli amici dovrebbero consolare, non Klara”, protesta con l’unico amico a conoscenza del suo segreto. Una cela la propria fragilità dietro un viso duro e atteggiamenti virili ma non le basta.

Il disagio per l’impossibilità di mostrare ciò che si prova davvero, è espresso dal regista con una inquadratura di spalle, che è una sorta di leit motiv. Sugli amici che si stringono gli uni agli altri per piangere la morte di Diddi, intanto, aleggia un secondo fantasma, quello della verità, che rischia di mettere a nudo la parte di finzione nascosta dietro ogni rapporto sociale.

When the light breaks è interessante non solo per le dinamiche e le abitudini della società islandese. La regia, la costruzione dei personaggi, l’interpretazione dei giovanissimi attori, la struttura circolare con la struggente scena finale in cui il tramonto assume un significato opposto rispetto a quello iniziale, lo rendono un film molto bello.

“Mi interessano le persone: le emozioni e le emozioni contraddittorie”, ha spiegato Rúnarsson a proposito del suo interesse per “le zone grigie”. “La vita di tutti i giorni non è costituita dai momenti più belli e da quelli più brutti. È tutto ciò che sta nel mezzo… lavorare all’interno della scala di grigi, allora si può iniziare a esplorare le emozioni e la vita”. Con When the light breaks lo ha fatto in modo profondo e delicato.

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22 Ottobre 2024

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