I conflitti che si nascondono all’interno di una famiglia modello e che emergono prepotenti in un momento di paura e tensione, al centro della coproduzione Germania-Italia-Danimarca Human Factors di Ronny Trocker, presentato nella sezione Panorama della Berlinale e in Concorso allo scorso Sundance Film Festival. Una misteriosa invasione domestica scatena una scossa nel nucleo di una famiglia cosmopolita e di mentalità aperta, composta da una coppia franco-tedesca, Nina e Jan, entrambi account di successo in un’agenzia di comunicazione, e dai loro due figli, Max ed Emma, di cui sono genitori dediti e affettuosi.
Una polemica su una campagna politica seguita nella loro agenzia, crea crescenti tensioni sul lavoro e tra i coniugi, che hanno diverse posizioni rispetto a quell’importante nuovo cliente. Fino a quel momento sul lavoro c’era un solo patto tra loro da non infrangere: nessuna campagna politica da sostenere. Così quando Jan rompe il patto, per motivi economici, Nina lascia il lavoro e mette in crisi la loro relazione. Per cercare di ricostruire la perduta armonia, Jan propone alla famiglia di passare un weekend nella loro amata casa al mare. All’arrivo, però, Nina e i bambini sono vittime di un misterioso furto, o almeno così pare. Inizialmente l’agitazione per l’incidente sembra avvicinare nuovamente la coppia, ma, mentre cercano di guardare in prospettiva a quanto è accaduto, si insinua tra loro il dubbio sulla reale esistenza dei ladri. Diffidenza e tensioni rischiano di mandare in frantumi l’immagine perfetta di quella famiglia da cartolina, svelandone, in un colpo solo, tutte le fragilità nascoste.
Paura e incertezza manipolano i protagonisti, dubbi e potere distruttivo della prospettiva individuale diventano l’elemento scatenante di una strisciante decomposizione di quel matrimonio all’apparenza ideale. “Mi interessava ricreare, attraverso il microcosmo della famiglia, il malessere generale che possiamo osservare nella nostra società contemporanea“, sottolinea il regista di origini italiane Ronny Trocker.
“In un mondo in cui tutto diventa immagine e marketing, dalla vita privata alle vicende politiche, la percezione delle cose è facilmente manipolabile – continua il regista-. Le strategie di comunicazione sono sempre più sofisticate, ma anche più superficiali, e non lasciano quasi tempo per elaborare tutto il flusso di informazioni. Il dramma emotivo della famiglia è legato a questo fenomeno, cosi come il paradosso in cui la coppia sembra essere coinvolta. Come titolari di un’agenzia pubblicitaria, sono loro stessi comunicatori professionisti, tuttavia, sembrano aver perso la capacità di parlarsi e di ascoltare i loro figli”.
Carla Simón torna alla Berlinale nel Concorso principale con Alcarràs, poetica esplorazione della vita rurale di una famiglia: prodotto anche dall’italiana Kino Produzioni. La regista 35enne di Barcellona è partita dalla sua storia personale per costruirne una cinematografica
Il film è in programma sabato 19 giugno nell’ambito della Berlinale Summer Special e in seguito andrà in onda su Rai Tre-Fuori orario - Cose (mai) viste domenica 27 giugno
Il drammatico The Mauritanian, basato su i “Guantanamo diaries” e diretto da Kevin Macdonald, con la partecipazione di Jodie Foster, apre la seconda parte del Festival in programma dal 9 al 20 giugno nelle arene estive della capitale tedesca. Il tappeto sarà "conforme alle regole Covid", ha detto la ministra della Cultura Monika Gruetters
L’evento per il pubblico dal 9 al 20 del prossimo mese, open-air in 16 luoghi della città: i film selezionati riproposti nei cinema all'aperto