Interdetto dal lasciare il suo paese dopo la proiezione a Cannes del suo film ‘Kafka a Teheran – Terrestrial Verses’, diretto con Alireza Khatami, Ali Asgari non si è lasciato intimidire dal regime iraniano e ha continuato a lavorare nonostante le difficili condizioni. Resistendo al degrado della sua città e al pessimismo dilagante, ha continuato a raccontare i suoi sogni e a imbastire le sue riflessioni con innumerevoli e apocalittiche sfumature di grigio. Nel film parla della lingua di sua madre, delle sorelle che non hanno mai potuto vedere i suoi film al cinema, anche di Roma dove ha vissuto per dieci anni. Più di ogni altra cosa, Asgari vorrebbe uscire e volare sopra la città a un’altezza dalla quale tutte le persone sono uguali, ma per il momento gli restano i suoi ricordi e la sua immaginazione, le uniche cose che nessuno potrà mai confiscare.