Hallelujah, Leonard Cohen oltre il suo capolavoro

Hallelujah, Leonard Cohen oltre il suo capolavoro


Non sono molte le canzoni che meriterebbero un intero documentario per raccontarle. Hallelujah di Leonard Cohen è una di queste, non tanto per l’indiscusso valore artistico, quanto per l’incredibile storia che c’è alle spalle: la travagliata realizzazione, gli insensati intoppi distributivi e, soprattutto, lo straordinario impatto che la canzone ha avuto nella cultura di massa degli ultimi decenni, cover dopo cover, travalicando il nome stesso del suo autore originale. Tutto ciò rende Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song, documentario di Daniel Geller e Dayna Goldfine presentato Fuori Concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, un’opportunità preziosissima per entrare a contatto con una storia che merita di essere raccontata.

“Sette anni fa qualcuno suggerì che avremmo dovuto fare un documentario su una canzone e io pensai che al massimo avremmo potuto fare un corto. – racconta la coregista Dayana Goldfine – Poi, molto rapidamente, pensai alla performance di Hallelujah di Leonard Cohen nel suo ultimo tour mondiale: non avevo mai visto niente di simile nella mia vita. C’era qualcosa di speciale in come Leonard cantasse quella canzone, alla sua età, mettendoci dentro tutto quello che aveva. Ne siamo diventati presto ossessionati e abbiamo scoperto che c’era un intero libro su quella canzone. Abbiamo subito capito che se era stato scritto un libro di 300 pagine su quella canzone noi potevamo di certo farne un documentario”.

Ma cosa racconta questo libro di 300 pagine, diventato un documentario di 120 minuti? Ovviamente molto più di una semplice canzone. Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song è “un pretesto per raccontare la storia del suo autore – continua la regista – ci sono persone che non conoscono molto di Leonard Cohen, ma solo la canzone, e altri che sono dei veri fan. Il film doveva soddisfare entrambi i tipi di pubblico. Questa è stata la sfida più grande che ci ha portato a fare numerosi e diversi tentativi nella sala montaggio”.

Tramite dichiarazioni di giornalisti, colleghi e amici, il documentario ripercorre la bizzarra vita di Leonard Cohen, poeta diventato cantautore di nicchia, quasi per caso, a più di 30 anni, e poi autore di canzoni meravigliose, grazie alla collaborazione con musicisti e produttori eccezionali come Phil Spector e John Lissauer. Si arriva così alla composizione di Hallelujah, che richiese 7 anni di scrittura e centinaia di versioni alternative. Un atto di perseveranza artistica tipica del carattere di Cohen che portò alla realizzazione di un capolavoro assoluto. Canzone che, però, faticò ad emergere per colpa di un produttore che ne impedì la distribuzione in America.

Infine, arriva il periodo delle cover: Bob Dylan, John Cale, Jeff Buckley, Rufus Wainwright per la colonna sonora di Shrek. Un circolo virtuoso che portò la canzone a diventare sempre più amata e riconosciuta, per quanto spesso slegata dal nome dell’autore originale, che però, in tardissima età, ebbe un ultimo slancio creativo, un vero e proprio canto della fenice, con un tour mondiale di portata storica.

Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song è un omaggio compiutamente sincero a un artista che è stato fin troppe volte offuscato dal successo di una sola canzone, ma che merita molta più considerazione. Un artista geniale e coraggioso che in questa opera postuma trova una meritata consacrazione.

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02 Settembre 2021

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