Guardie e ladri: il ciccione e lo smilzo


Max TortoraStanno per concludersi a Roma le riprese di una nuova fiction dal titolo provvisorio I promessi suoceri-Innocenti e Buonadonna, interpretata da Antonello Fassari e Max Tortora, prodotta da Publispei e destinata a Mediaset in prima serata. A dirigere in queste prime due puntate la brillante coppia, già collaudatissima ne I Cesaroni (la cui nuova serie li vedrà ancora sul set a partire da fine novembre), è Giulio Manfredonia, l’apprezzato regista di Si può fare, recente commedia di grande successo con Claudio Bisio.
Interpretata tra gli altri da Marina Massironi e Valeria Milillo, da un soggetto originale di Fabrizio Cestaro, uno degli autori de I Cesaroni, e imperniata su un tema classico come quello della truffa che ha molti precedenti illustri, la fiction viene realizzata per ora in due puntate, in attesa di ulteriori sei capitoli da girare la prossima estate.

La scena a cui assistiamo nel garage di un villino sulla via Nomentana vede un esperto truffatore (Fassari) fingersi un ammiraglio defunto per mettere a segno uno dei suoi raggiri, scatenando i sospetti di un investigatore da tempo sulle sue tracce (Tortora) che per smascherarlo piomba nel mezzo di un vero funerale, intima di aprire la bara e scopre la salma di un vero ufficiale tra l’indignazione generale dei presenti (e dure conseguenze per la propria carriera). Intanto il “mago” del raggiro è già nel garage del suo quartiere generale, esce dalla finta bara, si libera della divisa fasulla ed è pronto ad escogitare con i suoi complici un nuovo piano.

In una pausa della lavorazione ne abbiamo parlato con il regista. “Osvaldo Innocenti (Fassari) è dedito ad imbrogli di ogni genere ma ha una sua deontologia, inganna soltanto altri truffatori e non l’ignara gente onesta – spiega Manfredonia – E’ il figlio di un vecchio e celebre truffatore/avventuriero (Lino Capolicchio) che lo tratta con una certa sufficienza delusa perché convinto che abbia sprecato il suo talento innato accontentandosi di truffe facili e di routine. Lucio Buonadonna (Tortora) è un vedovo col mito della polizia in cui milita, ha una visione della vita ‘ultralegalitaria’ ma è stato retrocesso dopo la clamorosa gaffe iniziale a fare il centralinista. Sua figlia (Maria Rosaria Russo), una ragazza piuttosto ‘mattarella’, con la propensione alla trasgressione e al piccolo imbroglio si fidanza proprio col figlio di Innocenti, un ragazzo perbene e ai suoi antipodi che gioca a rugby (Giulio Forges Davanzati)”.A.Fassari
Col tempo i due futuri suoceri si scambiano l’un l’altro una parte di sé e si scoprirà che le due visioni del mondo così drasticamente diverse lo sono solo in apparenza. “Uno è un po’ troppo rigido, l’altro è un po’ troppo elastico ma sono due personaggi tutto sommato entrambi buoni d’animo, anche se gli eventi li hanno portati su fronti opposti – prosegue Manfredonia – Si tratta di una commedia sentimentale moderna con vari registri che spaziano dal ‘giallo-rosa’, con le truffe che ti permettono di giocare con meccanismi simili a quelli de La stangata, a momenti seri, alternati ad altri esplicitamente comici. La fiction racconta anche le vite affettive dei due protagonisti che si confrontano con le rispettive famiglie da cui, si scoprirà, entrambi hanno qualcosa da farsi perdonare dopo aver mentito a lungo”.

Il regista si dice entusiasta della speciale affinità in scena di Fassari e Tortora: “Sono duttili e sottili e rivelano una misura sorprendente anche nel registro serio per loro più insolito”. Ma l’autore è anche soddisfatto di Marina Massironi, che è la moglie di Innocenti, e di Valeria Milillo – la donna che nel secondo episodio incontra il poliziotto iniziando con lui un’importante storia d’amore – oltre che dell’incantevole Giorgia Sinicorni (la complice principale del truffatore), di Massimo Wertmuller e Gianni Ferreri (i due cattivi di turno) e di Daniel Mc Vicar, il ‘bellone’ americano reduce da Beautiful.

Antonello Fassari fa notare che “in questa nuova fiction si citano celebri commedie del passato come Guardie e ladri o Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi, ma la differenza è che quei film o I Cesaroni rappresentano lo stesso mondo in cui i diversi caratteri si muovono mentre qui agiamo in contesti completamente diversi: siamo ancora un ladro e una guardia, ma io rappresento l’etnico, il sushi, l’alternativo, l’esterofilia, mentre Max è un ex poliziotto integerrimo un po’ triste e senza un euro. Quando i nostri due figli si innamorano io, che sono abituato a delinquere, dovrò diventare una persona onesta e sarò sul punto di cadere in miseria, mentre lui si accorgerà che, proprio quando racconterà le prime bugie vincendo la sua inflessibilità, inizierà ad essere ricompensato dalla vita. Così dallo scontro tra i due caratteri opposti ognuno prenderà e darà, scambiando con l’altro qualcosa”.

Felice e gratificato dal bel rapporto nato con Manfredonia – “ha un tocco speciale di commedia leggera, sapevo che era in gamba ma continua a sorprendermi – , l’attore romano fa notare che “io e Max Tortora sul set ci muoviamo ormai con un’intesa più che collaudata, mettiamo il pilota automatico, ci conosciamo, ci stimiamo, ci stimoliamo e ci integriamo a vicenda e per di più ci divertiamo moltissimo, sembriamo ormai Don Chisciotte e Sancho Panza , Sherlock Homes e Watson, il ciccione e lo smilzo..”.

autore
11 Novembre 2009

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