Luca Guadagnino è al Sundance per il documentario girato ad Alba, in Piemonte, The Truffle Hunters, di cui è produttore esecutivo, sugli anziani cacciatori di tartufi nel Nord Italia, con la regia di Michael Dweck e Gregory Kershaw.
“The Truffle Hunters – ha detto il regista a Deadline – parla di un gruppo di persone anziane che vedono il proprio mondo sbiadire e il loro posto nella realtà sempre più al limite. Allo stesso tempo, l’aggressività del nuovo va oltre le loro teste. Il film parla della mortalità e dell’avvicinarsi della morte. L’immagine del cacciatore che non vuole più cacciare mi ricorda molto il film di Martin Scorsese The Irishman. È uno studio sulle persone alla fine della loro vita, le persone che erano al centro di qualcosa. La loro fragilità e la fragilità della vecchiaia sono toccanti”.
Il regista, che recentemente ha acquistato una casa in Piemonte, è attualmente impegnato nella post-produzione a Parigi nella serie HBO We Are Who We Are su due adolescenti americani che diventano maggiorenni mentre vivono in una base militare americana in Italia. Non è stata ancora definita una data di lancio. Nell’intervista a Deadline, Guadagnino conferma di avere in agenda il sequel di Call me by your name: “Ho parlato delle mie idee a Timothée Chalamet e Armie Hammer e siamo tutti impazienti”. Inoltre sta lavorando a Blood On The Tracks, un progetto ispirato all’album seminale di Bob Dylan del 1975 e al nuovo Il signore delle mosche per Warner Bros.
Il regista australiano, è noto per il suo debutto nel lungometraggio con il musical 'The Greatest Showman'
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