Chissà se anche il bardo William Shakespeare, con le sue tragedie inzuppate di sangue e di tutti i più abbietti comportamenti umani, sia stato accusato, ai suoi tempi, di promuovere comportamenti violenti così come accade quotidianamente a videogiochi come Grand Theft Auto. Da sempre considerato come il capostipite dei videogames violenti, per la libertà assoluta che viene lasciata al giocatore – che può investire, uccidere e rapinare senza remore – GTA, nelle sue varie iterazioni, è indubbiamente una delle opere creative più rilevanti del nuovo millennio. Mentre la saga è al quinto posto tra le più remunerative di sempre, GTA 5 in particolare è un gioco che ha fatto la storia, infrangendo un record dopo l’altro, come ad esempio quello del prodotto d’intrattenimento più veloce a raggiungere il miliardo d’incasso.
È sulla versione online di questo videogioco open world epocale – giocato ancora da milioni di appassionati oltre 10 anni dopo il rilascio avvenuto nel 2013 – che si basa uno dei documentari più originali dell’ultima stagione cinematografica, Grand Theft Hamlet di Pinny Grylls e Sam Crane, che dopo avere vinto premi in giro per il mondo arriva su MUBi dal 21 febbraio.
La narrazione inizia nel gennaio 2021, quando il Regno Unito è nel pieno del suo terzo lockdown. Una condizione che tutti ricordiamo come angosciante, ma che ha colpito in particolare gli artisti performativi come agli attori teatrali e amici Sam Crane e Mark Oosterveen. Avviliti per motivi diversi, i due si trovano a passare le giornate a giocare insieme nel vasto mondo di gioco di GTA online: la città virtuale di Los Santos, incarnazione dell’ultra capitalismo statunitense dove non esistono confini alla creatività, né limiti alla violenza.
Tutto cambia quando i due, in mezzo a sparatorie e inseguimenti in auto, s’imbattono in una grande arena. L’idea arriva improvvisa e geniale: mettere in scena una vera e propria produzione dell’Amleto interamente realizzata all’interno del gioco. Per una volta gli utenti di GTA saranno chiamati a essere costruttivi e non distruttivi, unendo il genio poetico di Shakespeare a quello informatico di Rockstar Games (casa di produzione del gioco), e trovando una sorprendente continuità tra la realtà pandemica, la finzione drammaturgica e la costruzione videoludica.
Ripresi virtualmente dalla moglie di Sam, la documentarista Pinny, i due attori inizieranno a compiere tutti i passaggi che normalmente bisogna affrontare per mettere in scena uno spettacolo teatrale: dalle audizioni alle prove, dalla ricerca delle location alla prova costumi. Il tutto utilizzando esclusivamente i propri avatar e, soprattutto, provando a sopravvivere a un mondo in cui l’omicidio è la parte principale del game play. Tra entusiasmi travolgenti e momenti di sconforto, i protagonisti riusciranno a portare a compimento un’impresa apparentemente impossibile, sfruttando al massimo le infinite potenzialità offerte dal gioco.
Per la prima volta, la più celebre tragedia shakespiriana viene messa in scena senza limiti di creatività e di budget. Tutto è possibile per gli autori, che possono portare i loro personaggi a guardare il tramonto di una spiaggia o a confrontarsi dall’alto di una mongolfiera. Grand Theft Hamlet diventa l’occasione, inoltre, per unire persone diversissime per background culturale e sociale, offrendo situazioni esilaranti ed altre profondamente drammatiche, soprattutto quando la realtà irrompe all’improvviso nella simulazione della stessa.
Con un approccio documentaristico intelligente e una colonna sonora emozionante, gli autori riescono a sfruttare al meglio i limiti estetici di un gioco ormai invecchiato da un punto di vista grafico, per creare una narrazione ben amalgamata e finemente strutturata. Nel loro viaggio ricco di sorprese, Sam, Mark e Pinny scopriranno verità nascoste sull’arte e sul valore dei rapporti umani. Entreranno, soprattutto, nella misteriosa opera di Shakespeare da una nuova porta d’ingresso, fino a rendersi conto che, forse, la tragedia si sarebbe potuto evitare se solo “Claudio avesse potuto giocare di più ai videogiochi”.
In vista dell’uscita in sala del suo primo adattamento cinematografico, andiamo alla scoperta del videogame diventato un vero e proprio fenomeno a livello globale
Il 24 aprile uscirà nelle sale l'adattamento cinematografico del celebre videogioco horror, che ne stravolgerà completamente le dinamiche narrative
La nuova serie antologica di Tim Miller arriva su Prime Video dal 10 dicembre: una raccolta di 15 cortometraggi animati tratti da altrettanti videogiochi
Arriva su Prime Video la serie tratta dall'omonima saga di videogiochi incentrata sulla criminalità organizzata giapponese