Good Morning, Cinecittà!

La presentazione romana di Bussano alla porta da parte di M. Night Shyamalan ricorre su diverse testate. Scorrendo i quotidiani si trovano poi le interviste ad Ali Abbasi e Matthew Modine


ALI ABBASI E LA MISOGINIA DELLA SOCIETA’ IRANIANA

Sul Corriere della Sera Stefania Ulivi intervista Ali Abbasi, regista del film scelto dalla Danimarca per la corsa all’Oscar Holy Spider. Nato a Teheran, Abbasi vive in Europa da molti anni ed è cittadino danese. Nel suo film, in sala in Italia dal 16 febbraio, racconta la storia vera di un sanguinario serial killer iraniano che uccise 16 prostitute. Sull’attualità del film, in questo periodo di feroci repressioni, il regista risponde: “È duro per me parlarne ora con le esecuzioni in corso – confessa – Non penso di aver previsto nulla, l’intento era raccontare un fatto specifico che evidenziasse la misoginia profondamente radicata nella società”.

POLANSKI-HOROWITZ

Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera parla del film Hometown – La strada dei ricordi (in sala dal 25 gennaio), e lo definisce “un film che va molto al di là del documentario che voleva essere per diventare una riflessione sul senso della memoria e sul confronto con il proprio passato”. In scena ci sono il regista Roman Polanski e il fotografo Ryszard Horowitz, che tornano a Cracovia – la loro città – 50 anni dopo averla lasciata e rievocano gli anni bui dell’occupazione nazista.

MATTHEW MODINE TRA STRANGER THINGS E OPPENHEIMER

Antonello Guerrera di La Repubblica intervista Matthew Modine, ora in scena a teatro a Londra con Il buio oltre la siepe nell’allestimento di Aaron Sorkin, e presto al cinema in Oppenheimer di Christopher Nolan, che definisce un film “enorme, ma anche molto attuale: si parla della bomba atomica”. L’attore sui cambiamenti apportati dalle piattaforme streaming, a partire dal successo di Stranger Things, in cui ha un ruolo importante: “Ai tempi di Full Metal Jacket se un film arrivava in 60 paesi era un successo epocale. Oggi Netflix si vede in 190 nazioni. Ogni tanto penso ai giovani attori che hanno subito questa gigantesca risonanza: non hanno il tempo di crescere, di sbagliare, deve essere orrendo per loro”.

SHYAMALAN IN ITALIA

Il regista del Sesto senso ha presentato in Italia il suo nuovo film Bussano alla porta, basato su La casa alla fine del mondo di Paul Tremblay. Fulvia Caprara ne dà conto su La Stampa: “Il mio è un racconto biblico ambientato in tempi moderni – dice il cineasta – è questo l’argomento che oggi mi interessa di più. Giulia Bianconi riporta le sue parole su Il Tempo, attaccando con la dichiarazione di Shyamalan “Non c‘è differenza tra l’Apocalisse e le scelte che facciamo come esseri umani”. Il film, al cinema dal 2 febbraio, racconta di una famiglia, composta da due padri e una figlia adottiva in villeggiatura in una baita isolata nel bosco, che deve decidere se sacrificarsi per salvare l’umanità.

THE LAST OF US, TRA VIDEOGAME, CINEMA E TV

Su La Repubblica Affari & Finanza Jaime D’Alessandro analizza la serie tv The Last of Us e il fenomeno dei racconti che migrano dal cinema ai videogame e viceversa. Secondo il giornalista, “The Last of Us è una sintesi di suggestioni prese da letteratura, cinema e televisione per rinfrescare un genere consumato come i survival horror. Storia raccontata mille volte che sembra non esaurire la sua presa. Non c’è molto di più virale e ripetuto del collasso della nostra società”.

LA GENOVA DI VANESSA BEECROFT

L’artista internazionale Vanessa Beecroft, che ha realizzato una performance site specific sulle donne di Roma nel teatro 5 di Cinecittà racconta, sul Secolo XIX, la sua infanzia a Genova: “La vocazione di passare ore a disegnare – dice – più che un piacere era una missione. Un dovere che purificava la mia vita”.

23 Gennaio 2023

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