Is The Man Who Is Tall Happy? di Michel Gondry, lunga conversazione con il pensatore Noam Chomsky, resa con tecniche d’animazione, sarà presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino. Tra gli altri titoli annunciati Things People Do di Saar Klein con Wes Bentley e Jason Isaacs; il dramma taiwanese The Rice Bomber di Cho Li e Arrête ou je continue di Sophie Fillieres con Mathieu Amalric ed Emmanuelle Devos, la biografia Yves Saint Laurent di Jalil Lespert. E ancora Journey to the West di Tsai Ming-liang con Lee Kang-sheng e Denis Lavant e il canadese Triptyque di Robert Lepage e Pedro Pires.
Il film di Gondry usa tecniche di animazione per raccontare alcune conversazioni tra il cineasta francese e il filosofo americano, studioso di filosofia del linguaggio, docente al MIT, celebre per le sue posizioni politiche radicali. Il documentario ci introduce alle teorie e alle idee di Chomsky attraverso una serie di colloqui affiancati dai disegni animati di Gondry. Mentre Chomsky parla, la matita del regista di Be Kind Rewind illustra le sue parole. I due dialogano su tutto, dagli studi pionieristici sull’acquisizione del linguaggio nel bambino ai temi dell’educazione, della religione, dell’astrologia.
Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick
Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore
Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama
L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più