Gladiatori di Roma: il colosso è servito


12.000 schizzi di preparazione per definire 150 scenografie e 350 personaggi comprese diverse varianti di vestiti, pettinature e comparse. Circa 160 mila frame finali e oltre 10 milioni di livelli diversi che compongono ogni fotogramma, che hanno consentito il massimo controllo possibile nella fase di compositing per calibrare in ogni dettaglio la fotografia di ogni scena.

Sono solo un po’ di numeri per rendere l’imponenza di Gladiatori di Roma, nuovo film d’animazione in 3D prodotto dalla Rainbow di Iginio Straffi, che dopo aver conquistato i cuori di ragazzine e ragazzini di tutto il mondo prima con le Winx e poi con Huntik, popolari serie televisive, si lancia ora definitivamente all’assalto delle sale cinematografiche – dopo gli spin-off con le maghette il cui ultimo esemplare è Winx Club 3D del 2010 – e soprattutto degli Stati Uniti, forte dell’accordo firmato lo scorso anno con il colosso dell’intrattenimento Viacom che ora controlla il 30% della società italiana. In sala da noi a partire dal 18 ottobre, con evento speciale che fa da traino alla kermesse per ragazzi Alice nella città , parallela al festival di Roma (9 – 17 novembre), il film partirà alla conquista del globo nel prossimo anno, da pasqua.

“C’è stata sicuramente una grande crescita del ‘know-how’ dei nostri artisti e operatori tecnici – racconta Straffi, che del film è regista, sceneggiatore e produttore – che è andata naturalmente di pari passo con un investimento non da poco. E’ un film infinitamente superiore a quanto da noi prodotto in precedenza. Ogni singolo fotogramma è stato costruito con tantissime ore di lavorazione su ogni passaggio: dalla realizzazione delle scenografie alla modellazione di ambienti e personaggi, passando per gli effetti speciali che sono cresciuti parallelamente ai programmi con cui lavoriamo. Inoltre, abbiamo investito anche sulla programmazione: i nostri tecnici hanno interamente riscritto parte dei codici per ottenere risultati che con i software ‘chiusi’, acquistati da terzi, non si possono raggiungere. Tutti questi elementi, che hanno rappresentato naturalmente uno sforzo economico notevole, hanno reso possibile l’avanzamento che si nota in termini di qualità tecnica e visiva. Per ciò che riguarda invece lo stile, abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso dal solito film con gli animali parlanti. Lo abbiamo ambientato nell’antica Roma perché è un terreno poco sfruttato nel campo dell’animazione, e poi volevamo un prodotto che, sebbene pensato per l’esportazione, ricordasse le nostre origini e le nostre italiche radici. Prima d’ora, a grandi livelli, l’unico protagonista ‘italiano’ dei cartoon era stato il Pinocchio Disney. Questo film amplierà il nostro modello di business, che fino ad oggi era basato essenzialmente sulle serie tv. Ora, non ci sarà solo il piccolo schermo ma potremo accedere anche al box-office in tutto il mondo”.

Costata 35 milioni i euro, la pellicola mira ad avvicinarsi agli standard dei giganti internazionali Pixar e Dreamworks, aggiungendo però un sapore europeo.
Rimasto orfano in seguito alla terribile eruzione di Pompei, il piccolo Timo viene adottato dal generale Chirone e cresciuto nell’Accademia di Gladiatori più famosa di Roma. Ma il ragazzo – che somiglia vagamente a Brad Pitt – non ha particolare propensione per la vita da gladiatore, preferendo spassarsela con gli amici Ciccius e Mauritius, sfuggendo alle bizzarre sessioni di allenamento del suo patrigno. Tutto cambia però quando Lucilla, figlia di Chirone, torna dalla Grecia. Per conquistare il cuore della sua bella compagna d’infanzia, Timo deve diventare un valoroso combattente e convincere Chirone ad accettarlo come promesso sposo della sua ‘bambina’.

Nella versione italiana, le voci dei protagonisti sono affidate a Laura Chiatti, Luca Argentero e Belen Rodriguez. E naturalmente, non ci si fa mancare il 3D, anche se Straffi non è convintissimo che la stereoscopia equivalga al futuro del cinema: “Lavorare in 3D è stimolante, ma presenta una serie di limiti tecnici che a volte influiscono anche sulla narrazione – dice – I movimenti di camera vanno rallentati, il che modifica un po’ l’intero assetto. Dal punto di vista dello spettatore, poi, spesso ci si ritrova alle prese con occhiali di pessima qualità e sale non attrezzate, dove magari è stata cambiata una lampada a un proiettore in maniera scorretta, cosicché tutto appare ancora più scuro di quanto già la visione stereoscopica, che come è risaputo abbassa di molto la luminosità dell’immagine, non preveda già di per sé”.

autore
15 Ottobre 2012

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti