«Eva è una ragazza che vive la sua vita con intraprendenza e libertà, anche dal punto di vista della sessualità». Giorgia Arena parla a Cinecittà News del personaggio che interpreta nella nuova serie di Prime Video, Gigolò per caso, con protagonisti Christian De Sica e Pietro Sermonti, disponibile dal 21 dicembre sulla piattaforma. Vedremo l’attrice 33enne, nata a Crotone, prossimamente anche nella commedia Ma chi ti conosce, opera seconda di Francesco Fanuele.
Giorgia, com’è stato lavorare a Gigolò per caso?
Tutto è andato per il meglio. Un set accogliente, un ambiente armonioso e un’atmosfera stupenda hanno condizionato positivamente la riuscita del lavoro insieme a Christian e Pietro e della serie stessa.
Chi è Eva?
È la fondatrice e creatrice del podcast Genital, che parla di tematiche come la libertà, il sesso e la questione di genere. Un podcast che sente Alfonso quando inizia a seguire le orme del padre e diventa gigolò. Eva è una giovane donna, una futura mamma, single femminista e attivista, che rompe il pregiudizio del sesso in gravidanza. Quando intuisce il mestiere di Alfonso, suo vicino di casa, si lancia anche lei in questa nuova esperienza intraprendente e libera, diventando una sua cliente.
Questa è una serie che affronta il tema del sessualità parlandone in modo libero. Oggi è ancora considerato un argomento tabù?
Le stesse coppie, anche nel privato, affrontano poco questo tema. Si ha paura di raccontare i desideri e i blocchi che ci possono essere. L’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole dovrebbe essere una materia da affrontare in maniera più approfondita e con persone preparate. Non solo i giovani, ma anche gli adulti dovrebbero porsi interrogativi su questo argomento. E questa serie lo affronta in modo serio, ma leggero. Credo sia importante parlarne anche per il momento storico che stiamo vivendo, in cui l’uomo dovrebbe lasciarsi alle spalle un retaggio culturale, e accogliere la propria parte femminile, come fa Alfonso.
Tra i tuoi ultimi progetti c’è anche 50 km all’ora di Fabio De Luigi.
Nel film ho interpretato una donna, Viviana, che condivide lo stesso disagio che ha Rocco (lo stesso De Luigi) di non riuscire a esprimere i propri sentimenti. Rappresentavo una chiave di apertura nella vita del protagonista, un uomo che mostrava la difficoltà a relazionasti con il mondo esterno. Purtroppo durante il montaggio è stato deciso di togliere queste scene dal film. Capita talvolta che a posteriori vengano prese queste decisioni. Ma io sono contenta comunque di aver preso parte a questo progetto. Lavorare con Fabio è stata un carezza sul cuore, è un artista che mi ha lasciato molto umanamente. L’importanza del nostro mestiere è anche riuscire a creare dei legami autentici.
Invece ti vedremo prossimamente nella commedia Ma chi ti conosce di Francesco Fanuele.
Qui interpreto una psicologa, anche stavolta incinta, che crede nella para-psicologia e capisce che una sua amica-paziente sta facendo dei sogni che in realtà si riferiscono a vite precedenti. È una commedia brillante e romantica, nella quale il mio personaggio genera una scintilla. Abbiamo girato il film a Bologna. L’Emilia Romagna torna spesso nella mia vita. Sono nata a Crotone, ma mi sono trasferita a Parma per un master e poi da lì ho iniziato a fare provini.
Il tuo primo ruolo sul piccolo schermo è stato Fiammetta della Melevisione.
Quel personaggio del Fantabosco è durato una stagione nel 2013, avevo 23 anni, ero molto giovane. La soddisfazione è stata quella di aver superato un provino al quale allora hanno partecipato centinaia di candidati. È stata un’esperienza che ha fatto parte di un momento iniziale della mia carriera, quando già facevo teatro.
Quale consideri la tua prima grande esperienza?
La serie Bang Bang Baby è stato l’inizio di tutto per me. Venivo, per l’appunto, principalmente dal teatro, non avevo mai fatto un provino così importante. Stare su quel set è stata un’occasione incredibile con un personaggio (Assunta Ferraù, una ragazza che ha il sogno di diventare famosa nel mondo dello spettacolo, ndr) che mi ha dato grande soddisfazione ed è arrivato in un momento della mia vita di consapevolezza. Mi dispiace sia stata realizzata un’unica stagione. Quella serie ha avuto il merito di saper affrontare la ‘Ndrangheta in modo pure grottesco. una scelta intelligente politicamente. La criminalità può essere raccontata anche dal punto di vista della stupidità. Spero che prima o poi venga realizzata una seconda stagione.
Questo che momento è per te?
Di raccoglimento e riflessione riguardo alle esperienze fatte ultimamente. Ci sono anche momenti di pausa in questo mestiere, che ti aiutano a fare il punto della situazione. Voglio riprendere gli studi all’università, ho voglia anche di scrivere. Questo non è sicuramente un lavoro semplice. Io cerco di farlo perché deve avere un senso profondo. È importante scegliere i progetti in maniera coerente con ciò che si è.
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