Giordana, Labate & co. “padrini” del TFF

Wilma Labate, Marco Tullio Giordana, Davide Ferrario, Enzo Monteleone e Maurizio Zaccaro in veste di testimonial di lusso, invece della consueta "madrina", per l'inaugurazione del 37° Torino Film Fest


TORINOWilma Labate, Marco Tullio Giordana, Davide Ferrario, Enzo Monteleone e Maurizio Zaccaro in veste di testimonial di lusso, invece della consueta “madrina”, per l’inaugurazione del 37° Torino Film Festival, chiamati sul palco del Cinema Massimo dal direttore Emanuela Martini, sono cinque cineasti della sua stessa generazione, la “generazione dei cineclub”, come ha sintetizzato Monteleone, mentre Labate ha lodato il pubblico torinese, severo ma cinefilo.

Iniziata con una mezz’ora abbondante di ritardo e con gli invitati divisi in tre sale del Massimo – solo quelli della sala 1 hanno avuto l’onore di assistere dal vivo alla sobria cerimonia di apertura, gli altri l’hanno vista sullo schermo -preceduta dal trailerone con i migliori film di questa edizione.

“In questi nove giorni vedrete un sacco di storie, di facce, di paure, di emozioni”, ha esordito l’uscente Emanuela Martini, che non nasconde di ambire a una riconferma. Film d’apertura Jojo Rabbit di Taika Waititi, una satira del nazismo ad altezza di bambino, accompagnata dal protagonista, il giovanissimo attore Roman Griffin Davis, che dà al personaggio il candore e la grazia dei suoi 10 anni.

Enzo Ghigo, da pochi giorni presidente del Museo del Cinema, insieme al neodirettore Domenico De Gaetano, ha fatto gli auguri alla kermesse: “Siamo una squadra nuova, ci impegniamo a proseguire sulla strada percorsa e migliorarla”, ha affermato Ghigo.

Al termine della proiezione, cocktail al Museo del Cinema nella Mole Antonelliana con ospiti come Carlo Verdone, guest director di questa edizione, la presidente della giuria Cristina Comencini e Mario Turetta, DG Cinema del Ministero dei Beni Culturali.

“È un festival che rispetto ad altri azzarda di più, dà più chance ai giovani e alla sperimentazione. C’è bisogno di festival come questo”, ha detto Verdone al suo arrivo alla Mole Antonelliana. “Sono emozionato, mi hanno accolto con tanto affetto. Sono molto legato a questa città. Sono nato artisticamente qui nel ‘78 con Enzo Trapani. Più passa il tempo più la vedo viva, piena di giovani e attività culturali”.

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