Giancarlo Giannini: “Quanti anni per girare questo film”


“Amo le sfide e ho sempre una gran voglia di rimettermi in gioco”. E’ con queste parole che  Giancarlo Giannini presenta Ti ho cercata in tutti i necrologi, film che segna il suo ritorno sul grande schermo come regista dopo 26 anni – la sua prima e ultima regia era stata Ternosecco – e che oltre ad averlo portato dietro la macchina da presa lo ha visto impegnato in un complesso ruolo da protagonista (il film sarà al cinema da giovedì 30 maggio in 50 copie con Bolero). “Un film difficile, che ha rappresentato una grande prova non solo per la storia che volevo raccontare – ha spiegato – ma perché per portarlo a termine ho dovuto superare tantissimi problemi fin dall’inizio. Ti ho cercata in tutti i necrologi nasceva infatti come una coproduzione al 30% canadese e al 70% italiana. Con un budget stimato di 4 milioni di euro, i canadesi però non hanno mai messo la loro parte e così è toccato a me supplire, ma con costi lievitati dal 30 al 60%. Il film così è andato in porto, ma se non funziona, ho io tutte le responsabilità”.

 

Una corsa ad ostacoli che non ha risparmiato neanche il Giannini attore. Ha confessato di aver recitato senza controfigura tutte le scene, anche quelle in cui per scavalcare un filo spinato si ferisce una mano, o quando, inseguito da un gruppo di cacciatori nei boschi, cade prima pericolosamente giù da un dirupo e poi si trascina per metri e metri nel fango: “Quando lavoro su un personaggio mi piace viverlo fino in fondo e ogni volta butto fuori un’energia che non penso mai di avere. Insomma sono un pazzo”. Metodo Stanislavsky quindi? Giannini ha subito preso le distanze: “Neanche per sogno. Non sono uno di quegli attori che ha bisogno di stare in ospedale tre anni per interpretare un malato. Io sono della vecchia scuola, quella della finzione, che dice che con il pubblico per farlo ridere o commuovere vanno usati i trucchi. Bisogna insomma essere dei maghi…”.

 

Lui, da stregone della settima arte, si trasforma e diventa Nikita: un ex tassista italiano che in seguito a un incidente emigra in Canada dove trova lavoro come autista per una compagnia di onoranze funebri. Una sera però si trova coinvolto in una strana partita a poker in una villa fuori Toronto con un gruppo di ricchi annoiati. Una partita che cambierà il suo destino per sempre. Nikita infatti perde tutto e per poter estinguere il suo debito accetta di partecipare a una caccia all’uomo in cui a fare da preda è proprio lui. Venti minuti in cui il povero autista deve evitare di farsi uccidere per liberarsi dei suoi creditori. Sopravvissuto, Nikita, che sogna di comprarsi una Mercedes e di andare in Arizona, decide di proporsi ancora, in cambio di soldi per questo gioco, entrando così in una dimensione in cui paura e follia arriveranno a governare costantemente la sua vita. Una vera e propria dipendenza da giocatore, ma in cui in palio c’è la vita vera. E anche la relazione fra lui e la bella Helena (interpretata da Silvia De Santis) corre su questa folle linea che rende così labile il confine tra Eros e Thanatos. Altro personaggio chiave è quello interpretato dal premio Oscar F. Murray Abraham, Braque, uno dei cacciatori, spietato e cinico, la cui apatia viene meno per un breve momento di fronte alla grande vitalità di Nikita. “Ho voluto lui a tutti i costi – ha spiegato Giannini – rimasi colpito da come interpretò Antonio Salieri in Amadeus di Milos Forman e da allora ho sempre pensato che sarebbe stato il volto giusto per il mio Braque”.

 

Giannini, che ammette di aver pensato al film per tanti anni, sottolinea come lo spunto della vicenda sia reale: “Una volta, a una cena, un signore mi raccontò che in Africa facevano la caccia all’uomo perché stufi di cacciare animali. Così da quel momento cominciai a pensare che in Occidente ci sarebbe stato di sicuro qualcuno disposto a rischiare la vita per comprarsi un bene di lusso, magari un’auto, come in questo caso. Del resto oggi abbiamo gente che per pagare i debiti arriva addirittura a vendersi un polmone”. Per quanto riguarda Silvia De Santis, attrice diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico, che ha esordito al cinema con Maselli in Cronache del terzo millennio, Gianni dice: “Oltre ad essere brava, ho visto in lei la giusta ambiguità che richiedeva il personaggio. E poi sapeva suonare il pianoforte, cosa che infatti Helena nel film fa davvero, e sa benissimo l’inglese”.

 

Ti ho cercata in tutti i necrologi è girato in inglese e si prepara a partecipare allo Shanghai International Film Festival. Ancora in trattativa con la Globo invece per quanto riguarda il Sudamerica. “C’è forte interesse anche da parte dei tedeschi”, ha sottolineato lo stesso Giannini. “Ho sempre fatto film coraggiosi e in questo mio secondo tentativo di regia ho voluto essere anarchico, andare controcorrente. Ho attinto a piene mani dal cinema che ho vissuto come attore e che ho amato da spettatore, non casuale in questo senso è la lunga citazione di M-Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang, e quello che spero è semplicemente che questo lavoro possa piacere, provocare, emozionare”.

 

Girato tra Toronto, Phoenix, l’Arizona, la Calabria e la Sicilia, Ti ho cercata in tutti i necrologi è una produzione italiana (Magalì Production, Dean Film e Rai Cinema), realizzata con il contributo del Mibac Direzione Generale per il Cinema – della Regione Lazio, della Regione Sicilia, della Regione Calabria che ha visto il sostegno di BNL – Gruppo BNP Paribas.

autore
27 Maggio 2013

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