German come Tolstoi

Anteprima mondiale per "E' difficile essere un dio", da molti considerato il capolavoro del festival


E’ da molti considerato il capolavoro del Festival, E’ difficile essere un Dio, l’opera postuma del regista russo Alexei Yuryevich German, il maestro russo scomparso lo scorso febbraio, presentata in anteprima mondiale, mentre ai familiari del cineasta è stato consegnato il premio alla carriera.
L’idea del film nasce nel 1964 alla vigilia dell’ingresso dei carri armati sovietici in Cecoslovacchia, dove avrebbero dovuto essere effettuate le riprese nel 1968. L’inizio della lavorazione avviene nel febbraio del 1990. Le riprese partono nel marzo dell’anno successivo con l’ultimo ciak nel marzo del 2006. ”Abbiamo sempre continuato a pensare a questo film”, spiega la moglie, anche sceneggiatrice degli ultimi due film di German, Svetlana Karmalita, raccontandone la genesi e sottolineando che ”questo è un film sull’amore”.      
”Non credo che mi succederà più di partecipare a un lavoro così importante. A un lavoro tanto lungo e difficile ma il più felice che abbia mai fatto”, assicura l’attore che impersona il protagonista Yuri Klimenko. ”All’inizio pensavo che ci avremmo messo tre anni. Dopo ho cominciato ad essere indifferente alla durata, a interessarmi solo al lavoro che stavamo facendo. E’ un’autentica opera d’arte. Alexei ci ha regalato l’eternità”, aggiunge spiegando che per lui il senso del film è che ”ogni generazione vorrebbe cambiare le cose ma che nessuna riesce a farlo anche se non si può smettere di continuare a provarci. Fino a che ci saranno uomini questi continueranno a cambiare le cose”.
”Ho assistito solo poche volte alle riprese con mio padre. Ma ho visto la fatica con cui lui ha fatto questo film. Era come il lavoro di una atleta che solleva una tonnellata. Noi non parlavamo di calcio, di macchine, di cose del genere. In tutto quel periodo lui ha vissuto d’arte. Guardarlo era come vedere Tolstoi scrivere Guerra e pace, un uomo posseduto dall’arte del cinema”,  ricorda Alexei German jr, il figlio regista anch’egli che ha completato l’opera dopo la scomparsa del padre.
  

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14 Novembre 2013

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