TORINO – La crisi economica vista dall’interno in un film in concorso a Italiana.doc, Fuori tutto di Gianluca Matarrese, coraggioso racconto di una famiglia di commercianti sull’orlo del fallimento in epoca di globalizzazione e centri commerciali. Un tempo florida con decine di punti vendita sul territorio piemontese, oggi la cooperativa Togo annaspa tra fidi revocati dalle banche e consumi in picchiata, neanche i saldi e il “fuori tutto” riescono a risollevarne le sorti. L’azienda è gestita con piglio dalla madre del regista, una signora oltre la sessantina, insieme al marito, la coppia arrivata dal Sud piena di spirito d’iniziativa negli anni ’70 riuscì a fare il salto dal lavoro in fabbrica alla gestione di una catena di negozi dove la gente faceva la fila per comprare un paio di scarpe. Ora i Matarrese tengono duro solo per non lasciare la figlia e il genero senza occupazione, mentre l’altro figlio, Gianluca appunto, si è trasferito da tempo in Francia dove fa il regista di reality tv. Ed è proprio sui provini per il nuovo programma che si apre il documentario, quasi a voler contrapporre un mondo di successi e che, anzi, sulla crisi riesce persino a lucrare, come racconta il venticinquenne concorrente che di mestiere fa il consulente e motivatore per aziende in bancarotta.
“Ho deciso di fare un film sulla mia famiglia e sulla loro azienda di calzature – racconta Matarrese – un tempo c’erano trenta punti vendita, oggi restano due negozi e 450mila euro di debiti. L’azienda è sull’orlo della bancarotta e ogni mattina i miei genitori e mia sorella si svegliano non sapendo cosa inventarsi per andare avanti. Per anni mi sono tenuto a distanza, cullato da Parigi, concentrato sulla mia professione televisiva. Poi li ho raggiunti e, con l’aiuto della mia macchina da presa, ho trovato il modo di ridurre la distanza tra di noi. Con il pretesto di fare il mio primo film sulla crisi economica del Paese, attraverso la piccola crisi di un nucleo di persone del ricco Nord-Ovest italiano, ho indagato l’intimità inaspettata della mia famiglia e ho assistito, prima divertito poi sgomento, all’esplosione dei malesseri che per anni avevo fatto finta che non esistessero. Il crollo economico nascondeva ben altri fallimenti”.
Uno dei temi più interessanti del documentario, prodotto da Rossofuoco con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, è quello del controllo sul film, un controllo che a Gianluca Matarrese sfugge completamente di mano per sua stessa ammissione dilatando i tempi di ripresa. “Questa favola dai toni di commedia agrodolce viene narrata attraverso un unico sguardo mutevole, quello dell’autore, figlio, cognato, fratello, zio con la macchina da presa”, dice ancora il regista nato a Torino nel 1980.
Selezionato all’interno di una rosa di 8 candidati, tutti di altissimo livello, è stato nominato all’unanimità dai vertici del Museo Nazionale del Cinema, il Presidente Enzo Ghigo e i membri del Comitato di Gestione Annapaola Venezia, Gaetano Renda, Giorgia Valle e Paolo Del Brocco. Rimarrà in carica per due edizioni del Festival, con possibilità di rinnovo
Il Torino Festival Festival si è appena chiuso e anche quest’anno Intesa Sanpaolo è stata Main Sponsor di uno degli appuntamenti più attesi del cinema italiano, che per questa 37sima edizione – intitolata “Si può fare!” – Dal dottor Caligari agli zombie” ha voluto rendere omaggio all’horror classico dal 1920 al 1970
Emanuela Martini non sarà più direttrice del Torino Film Festival. L'ha reso noto il presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo a margine degli Stati generali della Fondazione Crt. "Continuerà a collaborare con noi perché è una professionalità che non vogliamo perdere", ha detto Ghigo. "Il nome del nuovo direttore lo conoscerete prima di Natale", ha aggiunto
Le cifre restano in linea con quelle della precedente edizione "a conferma della rilevanza e del livello che il Torino Film Festival mantiene nel panorama dei festival cinematografici italiani"